Così Gorizia riscopre la festa dei suoi quartieri, quelle sfide tra ragazzi e adulti

Così Gorizia riscopre la festa dei suoi quartieri, quelle sfide tra ragazzi e adulti

l'appuntamento

Così Gorizia riscopre la festa dei suoi quartieri, quelle sfide tra ragazzi e adulti

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 15 Giu 2024
Copertina per Così Gorizia riscopre la festa dei suoi quartieri, quelle sfide tra ragazzi e adulti

Nati spontaneamente fra i presidenti di quartiere, i giochi sono scomparsi circa 15 anni fa. Questo pomeriggio il ritorno coinvolgendo anche Nova Gorica e Šempeter-Vrtojba.

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Connettere gli animi. I Giochi di quartiere che una volta vedevano protagonisti esclusivamente i rioni di Gorizia, quest’anno saranno transfrontalieri, in una festa comune che avrà come obiettivo primario la connessione e lo stare assieme. «I giochi di quartiere si sono tenuti per un po’ di anni e poi non si sono più fatti – ricorda l’assessore ai quartieri Maurizio Negro - Erano nati spontaneamente fra i presidenti di quartiere, che anni fa erano molto attivi, soprattutto per quanto riguarda gli ex comuni». Si trattava di giochi itineranti senza una fissa dimora, che nell’ultimo periodo avevano trovato anche un luogo in cui potersi svolgere negli anni successivi.

«Era stato trovato uno spazio adeguato a Straccis, poi si sono conclusi intorno al 2010», riporta con nostalgia. A ricordare l’epoca d’oro dei Giochi di quartiere è anche Raffaela Peric, che allora frequentava le scuole elementari. «Ricordo che era la fine degli anni Ottanta, ero molto piccola, e sono andati avanti per molti anni. Si giocava nel cortile della chiesa di Straccis, proprio negli spazi parrocchiali. Ci si radunava tutti assieme durante una serata. Erano giochi goliardici, con il tiro alla fune o altro, ma non agonistici». Giochi ai quali partecipavano solo adulti maggiorenni, eccezion fatta per uno o due anni durante si è deciso di aprire e porte anche ai ragazzi, con tornei di pallavolo, calcio e basket.

A conclusione dei giochi venivano distribuite le coppe ai vincitori, il momento in cui ogni quartiere si aggiudicava il suo trofeo. «Era avvincente, perché c’era la sfida finché andavano avanti i giochi, e dopo tutto un divertimento assieme, questa era il bello». Fino all’ultima edizione, svoltasi presso il parco comunale del centro Lenassi in via Veneto (nella foto), attualmente in via di ristrutturazione. Ecco che riemergono dal passato le voci della “Fossa dei leoni”, i tifosi accaniti con le trombe da stadio accalcati ai margini.

«C’era tanto pubblico, proveniente da ogni quartiere. Era anche un momento di aggregazione delle varie famiglie – rievoca ancora con malinconia - Quest’anno è più dura raggruppare persone per tutti i quartieri, rispetto al passato. Negli anni scorsi c’era molta più voglia di unione, di desiderio di compattezza, di partecipazione come quartiere. Ormai è cambiata la società: in tutti i quartieri si è riscontra questo problema, e tanti non hanno voglia di partecipare. Un peccato, perché si perde quel senso di aggregazione fra le persone. Comunque è stato bello riproporlo dopo tanti anni. Chi conserva il ricordo ha proprio piacere a partecipare».

L’appuntamento è per oggi sabato 15 giugno, quando alle 14:30 le squadre si ritroveranno in piazza Vittoria per poi sfilare lungo via Rastello, piazza Cavour e infine raggiungere il parco Baiamonti. Un unico tessuto sociale che si muoverà in sintonia per le strade della città e d’oltreconfine, evocando alla memoria i Giochi senza frontiere realizzati dall’Unione europea fino al 1999, dove a sfidarsi erano molti Paesi d’Europa con gran divertimento degli spettatori a casa. Anima dei Go!Games è Negro, che di concerto con l’assessore al Gect Patrizia Artico ha fatto germogliare il trinomio “divertimento cultura incontro” in un evento che travalica ogni barriera, nel segno della vicinanza e dell’amicizia.

«Due gli obiettivi principali – rimarca Negro – La conoscenza del territorio e lo stare assieme. Valorizzare i quartieri, certamente è importante, ma il primo obiettivo in assoluto è quello di mettere effettivamente in contatto le persone, creare un legame fra gli abitanti di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter-Vrtojba». Una solidarietà che sarà sancita simbolicamente dai tre sindaci – rispettivamente Rodolfo Ziberna, Samo Turel e Milan Turk – insieme per sfalciare l’erba della terra di un metro per due. Che in fondo rappresenta la metafora della “buona terra” di cui prendersi cura con spirito corale: un pezzetto di mondo per ciascuno, dove le guerre e le acredini possano dissolversi come neve al sole. «Il taglio del nastro viene simboleggiato dallo sfalcio dell’erba – spiega Negro - Non si può parlare di “capitale della cultura” se non si coinvolgono le persone», sottolinea.

Foto Bumbaca

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