Gorizia ridisegna la qualità della vita, un progetto per l'edilizia sociale entro il 2025

Gorizia ridisegna la qualità della vita, un progetto per l'edilizia sociale entro il 2025

Il progetto

Gorizia ridisegna la qualità della vita, un progetto per l'edilizia sociale entro il 2025

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 23 Mar 2021
Copertina per Gorizia ridisegna la qualità della vita, un progetto per l'edilizia sociale entro il 2025

Presentato al ministero delle Infrastrutture il piano da 17,5 milioni dedicato alla qualità dell'abitare. Lo studio sul futuro della città.

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Il progetto “La Gorizia futura” sarà presto al vaglio della commissione del ministero delle Infrastrutture, che deciderà in merito al suo possibile finanziamento. Nato dal lavoro degli uffici comunali con il Dipartimento di ingegneria e architettura dell’Università di Trieste e con la sede locale dell’Ater, il piano prevede un disegno complessivo di ridefinizione di alcuni spazi cittadini, nell’ottica di trovare nuove soluzioni per quanto riguarda il come vivere appieno la città. Il tutto collegato anche all’importante appuntamento con la Capitale europea della cultura 2025, ma i cui effetti avranno ricadute soprattutto sui decenni successivi.

“È una proposta progettuale - spiega Linicio Gardin, dirigente del Comune per la pianificazione urbanistica - per accedere al finanziamento relativo a un programma nazionale sulla qualità dell’abitare”. Nello studio si guarda all’obiettivo “non solo come qualità dell’edificato, ma della città nel su complesso, inclusi i servizi collegati tra di loro e la riqualificazione degli spazi aperti e delle infrastrutture”. Macrotemi che vedrebbero un’applicabilità diretta su alcune aree, in particolare su immobili pubblici da destinare all’abitare sociale, oltre al recupero di Villa Frommer e relativo parco, oggetto di un devastante incendio nel 1993.

L’area, di proprietà della Fondazione Coronini-Cronberg che è stata coinvolta attivamente nel piano, potrebbe diventare centrale anche in vista del 2025, data la sua prossimità a piazza Transalpina. L’idea sarebbe di collocare qui una residenza speciale per la Terza età, mentre il parco necessiterebbe di un’ampia riqualificazione. La villa risale al 1850, quando venne fatta costruire dai fratelli Frommer. Originariamente, consisteva di un ampio edificio residenziale nobiliare, sorto in una zona verde al di fuori del centro abitato. La proprietà passò quindi al conte Carlo Coronini e, alla fine, alla Fondazione. Risale al 2 gennaio ’93 l’incendio che distrusse l’abitazione.

Quel giorno, infatti, il cattivo funzionamento di una canna fumaria causò un rogo che danneggiò irrimediabilmente le strutture interne e le coperture dell'edificio principale. Ben 31 persone dovettero lasciare la propria abitazione e da allora l’area è rimasta disabitata, cadendo in un progressivo deterioramento. Anche con questo progetto, quindi, si potrebbe ridare vita a questo luogo storico della Gorizia mitteleuropea, ma non solo. C’è poi il “tridente” di Max Fabiani, ossia la conformazione urbanistica cittadina ridisegnata dal celebre architetto negli anni Venti, che si attesta sulla storica via Monte Santo e confluisce sulla Transalpina.

In ogni caso, tutto ciò “è una proposta di massima - sottolinea Gardin - ed entro 90 giorni sapremo se il progetto potrà essere ammesso a finanziamento”. Il tetto massimo consentito è di 15 milioni di euro, cifra che l’amministrazione vorrebbe ricevere in toto per garantire la quasi totalità delle spese previste. In tutto, infatti, i costi ammontano a circa 17,5 milioni. Se poi la domanda dovesse accolta, “si arriverebbe ad avere i progetti cantierabili per i primi mesi del 2022” e poi potranno essere fatte le gare. Nella migliore delle ipotesi, quindi, si partirebbe con i cantieri entro la fine del prossimo anno. Tutto, però, sarà deciso dagli esperti chiamati a giudicare.

Tra le altre aree che potrebbero beneficiare di intervento, ci sono le case di via Gallina e via Battistig, con un intervento di recupero per la realizzazione di 10 appartamenti per l’edilizia sociale. Progetti anche sull’ex Dopolavoro e il parco della Villa Ritter, la realizzazione di due sottovia nel parco della Valletta del Corno e di altre abitazioni da destinare sempre all’edilizia sociale. Ad oggi, Ater Gorizia gestisce un patrimonio di circa 4.750 alloggi, che rappresenta il 7% di quelli presenti nel territorio di competenza ed il 40% in regime di locazione (contro una media regionale rispettivamente del 6% e del 29%).

Guardando alla demografia, la necessità di potenziare i servizi per gli anziani è determinata dai numeri. L’età media in città, infatti, supera gli 82 anni e oltre il 97% degli over75 vive o da solo o in coppia. Questa faccia d’età rappresenta quasi metà dei residenti nei quartieri di Oslavia-Piuma-San Mauro e, in generale, è in media il 34,7% della popolazione cittadina. C’è poi la questione più trasversale di disagio di chi si affida ai servizi sociali, con un aumento delle domande progressivamente aumentate negli ultimi dieci anni. Nel 2020, chi ha beneficiato dei servizi rientra principalmente in due fasce d’età: gli ultra 65enni (42,1%) e gli adulti dai 35 ai 64 anni (33,35%).

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