LA GRATA MEMORIA
Gorizia ricorda il professor Sergio Tavano: i ricordi di studiosi e amici

Studioso appassionato e docente stimato, ha dedicato la sua vita alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico del Friuli Venezia Giulia.
Sono numerosi i messaggi di cordoglio arrivati tra ieri e oggi a ricordo del professor Sergio Tavano, scomparso ieri a Gorizia all’età di 97 anni. Profondo conoscitore dell’arte paleocristiana e della storia del territorio, ha dedicato la vita non solo all’insegnamento ma anche alla salvaguardia del patrimonio artistico locale. Un lavoro che si è espresso all’interno di pubblicazioni e di conferenze, di messaggi e di critiche sempre nell’ottica di un amore per un passato in grado, ancor oggi, di parlare al contemporaneo.
Dall’Archivio di Stato di Gorizia è arrivato subito il cordoglio «nei confronti di una figura che ha dedicato gran parte della propria lunga esistenza allo studio della storia e della civiltà del nostro territorio, nelle sue qualità di apprezzato docente presso l’Ateneo di Trieste e di membro delle principali istituzioni culturali del Friuli e della Venezia Giulia», così il direttore Marco Plesnicar, che ha firmato un ricordo anche a nome del personale dell’archivio.
«Se la sua dipartita impoverisce di molto il panorama culturale del Goriziano, è altrettanto vero che l’eredità dei suo impegno scientifico, documentato da una sterminata bibliografia, continuerà a rappresentare una coordinata imprescindibile per coloro i quali si accosteranno alla conoscenza della cultura goriziana nei suoi molteplici ambiti, alimentata da quella matrice aquileiese tanto ampiamente venerata e indagata dall’illustre scomparso», così ancora Plesnicar.
«Storico dell'arte, studioso e ricercatore appassionato, ha dedicato la sua vita alla valorizzazione della cultura e della storia del nostro territorio, diventando un punto di riferimento per la città di Gorizia e per l'intera regione. A lui va il nostro più sincero riconoscimento ed un affettuoso pensiero», ha ribadito il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, mentre dalla Fondazione Aquileia è stato ricordato come «negli ultimi anni ha riservato attenzione e spirito di amicizia alla Fondazione Aquileia e alle sue attività, non mancando a nessuna delle mostre organizzate a palazzo Meizlik e al Museo Archeologico. A luglio scorso, pur in un clima particolarmente afoso, aveva voluto visitare e apprezzare con entusiasmo la domus di Tito Macro, accompagnato dal Direttore Cristiano Tiussi».
Tanti i ricordi dai sodalizi: il Centro per la conservazione e valorizzazione delle tradizioni popolari di Borgo San Rocco, a Gorizia, ha ricordato il legame con il professor Tavano, «insigne docente universitario, studioso e storico e storico dell'arte, già Premio San Rocco. La sua brillante intelligenza, la semplicità del linguaggio, la chiarezza del pensiero e la profondità di una mente geniale hanno segnato gli ultimi 60 anni della storia del nostro territorio».
Un accorato ricordo lo ha scritto il direttore della Società per la Conservazione della Basilica di Aquileia, Andrea Bellavite, che lo ha ricordato così: «Con lui Gorizia perde la più alta figura di storico e archeologo, per lunghi anni docente universitario e indomito studioso e ricercatore. E' stato infatti interprete della vocazione inter-nazionale della città, evidenziando la bellezza delle relazioni tra le culture, in particolare quella friulana e slovena, oltre a quella italiana e alle ancora influenti, anche se disperse nel tempo, tedesca ed ebraica. Ha avuto a cuore Aquileia e Grado, ha raccontato con sapienza la storia del sogno sovranazionale e pluriculturale della diocesi e poi del patriarcato aquileiesi. Insieme a innumerevoli libri e articoli di carattere scientifico, ha scritto una monumentale storia dell'Arcidiocesi di Gorizia».
«Apparentemente persona austera, a volte talmente coinvolto nella profondità della sua ricerca da suscitare una sorta di soggezione, lascia a chi lo ha conosciuto più da vicino, una sensazione di forte dolcezza e di intensa capacità di condivisione. La sua chiarezza e la schietta sincerità nelle relazioni gli hanno permesso di costruire nel tempo solide e durature amicizie. La sua memoria è fonte di rinnovato impegno nella ricerca e nello studio, per il bene della sua amata Gorizia e dell’intero territorio “Goriziano”», conclude Bellavite.
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