l'incontro
Gorizia, primo confronto tra candidati sindaco tra idee e polemiche
Il dibattito con 5 candidati, polemica tra pubblico e Ziberna. Le visioni sulla città.
Il futuro ma anche il presente di Gorizia sono stati al centro del primo dibattito tra candidati sindaco, svoltosi ieri pomeriggio al Kulturni dom. Un momento organizzato dall’Accademia Europeista del Fvg, che ha riempito il teatro di via Brass per ascoltare idee e programmi dei sette nomi in corsa per il municipio. Alla fine, però, ci sono state due defezioni: Mario De Marco aveva annunciato prima dell’incontro che non sarebbe entrato, protestando per l’obbligo di mascherina per il pubblico; e Serenella Ferrari, in polemica con il Piccolo. A guidare il dibattito è stato Francesco Fain, partendo dal 2025.
L’appuntamento della Capitale europea della cultura, citato in apertura dal presidente del sodalizio Claudio Cressati e dal direttore del Kulturni dom, Igor Komel, è stato il primo tema di confronto. Per Pierpaolo Martina “bisogna rafforzare la macchina organizzativa”, andando a “scegliere cosa fare, perché non possiamo avere tutto un cantiere al primo gennaio 2025”. Franco Zotti ha invece puntato il dito verso il Gect: “In Italia non è mai decollato, bisogna discutere con i nostri vicini sloveni. Io andrei a Matera per capire cos’hanno sbagliato”. Antonio Devetag ha quindi parlato di “debolezza nella proposta italiana del bidbook”.
L’ex assessore alla cultura ha quindi rivendicato l’apparenza degli strumenti alla città “e non un commissariamento da parte di Regione o Monfalcone”. Laura Fasiolo ha lanciato l’appello a un “patto di sviluppo per uscire dalla condizione stantia attuale, la Capitale 2025 va costruita con la gente e la vicina Nova Gorica. No a grandi contenitori che sono cattedrali nel deserto”. Le prime contestazioni dal pubblico sono arrivate nell’intervento di Rodolfo Ziberna, quando ha rimarcato che “nel 2017 si parlava di Gorizia solo per i migranti in galleria Bombi”. Per il sindaco uscente “questa è la nostra più straordinaria opportunità”.
I candidati si sono quindi confrontati anche su memoria e confine, a partire dalla rimozione della rete in piazza Transalpina. L’attuale primo cittadino ha evidenziato l’obiettivo di mantenere il ricordo di cos’era quel muro, attraverso un percorso dedicato. L’ex senatrice dem ha invitato invece a guardare avanti, mentre il leader di Gorizia3.0 si è chiesto “dove sono i progetti? Eravamo rimasti a un lenzuolo bianco sulla piazza, effettivamente brutto, ma ora?”, mentre Zotti non ha mancato di fare il mattatore: “Per me è stato un furto con scasso, non si capisce più dov’è il confine. È stato sbagliato come togliere l’albero del Maj a Sant’Andrea”.
Per il centrista, invece, “è un gran peccato quello che è successo, c’è la storia condivisa del confine”. Oltre agli aspetti del futuro transfrontaliero, il focus è andato poi sulle opportunità di sviluppo della città. Tema caldo che include come far arrivare e rimanere famiglie e giovani in riva all’Isonzo, nonché incentivare posti di lavoro. Per Devetag, “è un problema sistemico, le istituzioni vanno per conto proprio”, mentre Fasiolo ha posto l’accento sulla necessità di ampliare l’offerta di asili nido, nonché riaccendere la vita universitaria. Nella visione di Martina, la vocazione di Gorizia è culturale e turistica.
Ziberna ha quindi ricordato l’inserimento della città nella Zls e il lavoro in corso a Lubiana per la Zese, ponendo l’attenzione anche su formazione e istruzione. “Solo con il Gect si può dare lavoro - la riposta di Zotti -, serve la stesa tassazione con la Slovenia. Se non troviamo un accordo, moriremo”. Infine, il nodo di corso Italia e della ciclabile: dove metterla? Tema su cui sindaco uscente, Devetag, Zotti hanno concordato per i controviali, mentre Fasiolo e Martina hanno rinviato ogni posizione a quando ci saranno Piano del traffico e biciplan aggiornati. Non sono mancate le polemiche verso Ziberna, in particolare quando ha ricordato la vicenda delle due petizioni.
Alla fine, l’unico a esprimersi chiaramente per una vittoria già al primo turno è l’esponente del centrodestra in carica. Nessun altro candidato si addentra in pronostici precisi, puntando comunque alla vittoria al secondo turno. L’aspetto degli appoggi esterni al ballottaggio non ha fatto sbottonare nessuno, ad eccezione di Devetag che invece ha proposto “un’alleanza” in extremis per superare le divisioni storiche e ideologiche. Dibattito chiuso con il botta e risposta acceso tra parte del pubblico e ancora Ziberna, con quest’ultimo che ha attaccato: “Non vincerete usando la violenza verbale contro gli altri”.
Foto Daniele Tibaldi
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