Recuperati i portoni ottocenteschi in municipio, il lavoro del fabbro Aldo a Gorizia

Recuperati i portoni ottocenteschi in municipio, il lavoro del fabbro Aldo

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Recuperati i portoni ottocenteschi in municipio, il lavoro del fabbro Aldo

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 28 Dic 2023
Copertina per Recuperati i portoni ottocenteschi in municipio, il lavoro del fabbro Aldo

Il lavoro è durato circa sei mesi, intervenendo sulle muffe che si erano depositate sul legno. Ora nel mirino ci sono i portoni d'ingresso su piazza e parco.

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Avevano ormai su di sé le cicatrici del tempo, tra muffa e polvere depositatisi nel corso degli anni. Da qualche giorno, due antichi portoni in municipio a Gorizia sono tornati però a risplendere, rievocando quella loro bellezza originaria che avevano nell’Ottocento, quando vennero fissati. A metterci mano è stato il dipendente comunale Aldo Carrara, fabbro del servizio manutenzioni ma con il pallino per il restauro, che ha impiegato circa sei mesi per ripulire le superfici in legno attraverso un fine lavoro manuale.

Una procedura che ha dovuto seguire dei rigorosi crismi dettati dal valore storico del manufatto, intervenendo con una pulizia conservativa. “Ho fatto un lavoro di spazzolatura manuale per togliere l’osmosi e le muffe che la pioggia acida ha lasciato” spiega il tecnico, che lavora a Palazzo Attems-Santa Croce dal 2000. È stata stesa quindi la cera d’api per completare il trattamento. “Ho iniziato a lavorarci da questa estate” e in contemporanea era impegnato anche sul recupero dell’antica campana della scuola De Amicis di Lucinico.

Anche quest’ultima era ormai “dimenticata”, complice la chiusura della sede da quasi 20 anni. Nei lavori di recupero dell’immobile, peraltro, era stata anche rimossa dalla sua postazione con il supporto tranciato. Carrara ha quindi fatto pulizia e, insieme alla Fonderia Roldo, è riuscito a riportala in auge. Ora è tornata lei a scandire le lezioni al suo interno, con la riapertura a settembre. C’è stato poi l’intervento sulla fontana dei Giardini pubblici di corso Verdi, usando dei colori adatti per il fondale, affinché resistano sott’acqua.

Per quanto riguarda il lavoro sui portoni, che ora accolgono nuovamente i cittadini sul lato Anagrafe, il tecnico è ricorso a spazzole manuali. “Il legno è un materiale vivo - sottolinea -, con il tempo si modifica sempre. Ogni materiale ha il suo modo di essere interpretato. Serve rispetto per ogni cosa su cui si lavora, serve anche tanta passione”. Quella del fabbro è ormai una delle ultime, storiche mansione che il municipio conserva: fino a qualche anno fa, infatti, c’erano anche il carrozziere, il falegname e altri.

Dopo questa fatica, ora nel mirino ci sono altre sfide: “I portoni d’ingresso che danno sul parco e sulla piazza ma non possono essere rimossi. Con la bella stagione, inizierò ad agire all’aperto con le spazzole”. In effetti, il primo biglietto da visita dello storico palazzo ha bisogno di una sistemata e l’approssimarsi di GO! 2025 spinge in questo senso. Per Carrara, peraltro, l’inventiva è di famiglia: suo nonno Rodolfo fu tra i fondatori della Società filologica friulana, mentre lo zio Fiorenzo era docente di fucina e tecnologia all’Ipsia.

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