Gorizia ama il thé in bottiglia, città nona in Italia per consumo

Gorizia ama il thé in bottiglia, città nona in Italia per consumo

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Gorizia ama il thé in bottiglia, città nona in Italia per consumo

Di Redazione • Pubblicato il 29 Mar 2023
Copertina per Gorizia ama il thé in bottiglia, città nona in Italia per consumo

La classifica della piattaforma web Everli mostra le abitudini in Italia, cinque false credenze sul thé da sfatare.

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Gorizia è la nona città in Italia per acquisto di thé in bottiglia. La particolare classifica è stata stilata da Everli, piattaforma online per la ordinare la spesa a domicilio, e vede invece Trieste al quinto posto per quanto riguarda gli infusi in bustina. In base ai dati, sembra che in alcune aree italiane si apprezzi particolarmente una fumante tazza di tè caldo mentre in altre si preferisca un più rinfrescante e pratico bicchiere di tè freddo già pronto. Nello specifico, in Lombardia e in Veneto si opta per il “fai-da-te” e si acquista maggiormente il tè in formato bustina.

Entrambe le regioni annoverano infatti due province nella top 10 di quelle con la spesa maggiore per questa categoria di prodotto, rispettivamente Milano (secondo posto) e Varese (decima), Padova (quarta) e Verona (settima). Al contrario, il tè in bottiglia è maggiormente consumato in Piemonte e Friuli Venezia Giulia: la classifica delle 10 località che più hanno speso per questa bevanda già pronta vede infatti una predominanza di province piemontesi e friulane, ossia Torino (seconda) e Vercelli (settima), Trieste (trieste) e Gorizia (nova).

Ex aequo in Emilia-Romagna, regione con due province presenti in entrambe le graduatorie. Eppure, se Bologna sembra apprezzare entrambi i formati – tanto da posizionarsi al sesto posto della classifica delle province con la spesa maggiore in tè in bustine e in quarto posizione per quello in bottiglia – Forlì-Cesena si schiera dalla parte dell’infuso tradizionale, mentre a Rimini si beve maggiormente la versione fredda e già pronta. Gli italiani che preferiscono il tè in bustina sembrano tutti concordi sulla tipologia preferita: il thè nero.

Infatti, se si guarda alle 10 province che secondo Everli hanno speso di più per questo formato, tutte nel 2022 hanno acquistato prevalentemente dal colore scuro e dal gusto forte e deciso. Entrando maggiormente nel dettaglio, nelle province lombarde, emiliane e romagnole sembra esserci una predilezione particolare per i sapori speziati e fruttati propri della miscela di tè nero di Ceylon e di Assam, mentre in Veneto si beve maggiormente il tè nero aromatizzato al limone (il più acquistato dai veronesi) o al bergamotto (il preferito a Treviso).

Al secondo posto nel cuore – e nelle tazze – del Bel Paese c’è il tè verde, che con il suo sapore agrumato si è fatto spazio nei carrelli della spesa online, soprattutto a Milano, Trieste e Genova. Infine, c’è chi non vuole rinunciare a una tazza di tè ma neanche eccedere con la caffeina, per questo la terza tipologia di tè più acquistato su Everli è quello deteinato, comprato in particolar modo a Roma, Milano e Bologna. Nella sempre viva “lotta” tra chi preferisce il tè freddo al limone e chi quello alla pesca, sembra non ci siano dubbi: è il tè in bottiglia al limone a vincere.

Infatti, nella top 10 delle province che spendono maggiormente per l’acquisto di tè imbottigliato secondo Everli, sono sei le città a scegliere la versione al limone, mentre solo milanesi e bolzanini rientrano tra i sostenitori del tè freddo alla pesca. In questa speciale sfida tra tè in bottiglia, però, compare anche un rivale inaspettato: il tè verde, in cima alla lista della spesa a Bologna e a Pesaro-Urbino. Come spiega la nutrizionista di MioDottore, Francesca Maria Laguzzi, il tè gode di sostanze estremamente positive per l’essere umano, come polifenoli, in particolare catechine e flavonoli.

Elementi, questi, che “hanno la capacità di alterare la patogenesi di alcune malattie grazie alle loro proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antiproliferative, antibatteriche e antivirali”. Nello specifico, “il consumo di tè è associato a una riduzione delle patologie cardiovascolari, alla modulazione della glicemia, alla promozione della digestione, a un effetto tonico e alla protezione da patologie neurodegenerative”, commenta l’esperta. La dottoressa, inoltre, fa luce su cinque credenze ricorrenti, a partire dal falso mito che la bevanda faccia dimagrire. Berla con il limone, inoltre, non ne potenzia gli effetti positivi.

Può però essere un buon espediente per stimolare la funzionalità epatica, soprattutto se consumato appena alzati prima della colazione. Il thè deteinato non è sempre la scelta più salutare, perché potrebbe essere prodotto tramite l’utilizzo di solventi non propriamente salutari. Il thè verde non è per tutti, anzi può interferire con il metabolismo di determinati farmaci, poiché le catechine in esso presenti inibiscono degli enzimi, come il CY3A4. Infine, la presenza di tannini può interferire con la corretta assunzione del ferro, soprattutto se lasciato a lungo in infusione.

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