Gorizia, sul nuovo Lapidario 97 nomi di deportati da partigiani jugoslavi

Gorizia, sul nuovo Lapidario 97 nomi di deportati da partigiani jugoslavi

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Gorizia, sul nuovo Lapidario 97 nomi di deportati da partigiani jugoslavi

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 09 Giu 2023
Copertina per Gorizia, sul nuovo Lapidario 97 nomi di deportati da partigiani jugoslavi

L'opera sarà donata al Comune e ogni anno saranno aggiunti nuovi nomi, il sindaco Ziberna attacca Anpi: «25 aprile? Sono bugiardi».

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Sarà svelato domenica il nuovo Lapidario di Gorizia, che raccoglierà ulteriori 97 nomi rispetto ai 665 attualmente presenti nel cuore del Parco della Rimembranza. Questa mattina sono stati resi noti anche le indicazioni precise di chi sarà ricordato l’11 giugno alle 18, alla vigilia della giornata che ricorda il passaggio della città dall’amministrazione titina a quella alleata dopo la liberazione dai nazifascisti. Data anche quest’anno preceduta da polemiche, su cui il sindaco Rodolfo Ziberna ha voluto replicare.

“Abbiamo sempre sostenuto - così il primo cittadino - che tutto il Paese, Gorizia inclusa, deve dire grazie a chi imbracciò il fucile e consentì di liberare l’Italia. L’attenzione è invece sui partigiani filo-Jugoslavia, hanno responsabilità che non ci siamo inventati noi. Il loro obiettivo non era liberare la città ma occuparla e arrivare fino al Tagliamento. Nessun attacco alla lotta partigiana ma solo verso chi, a guerra finita, ha occupato Gorizia con l’intento di sottometterla per passare da una dittatura a un’altra, feroce e comunista”.

“Migliaia di persone anche in Slovenia pagarono con la vita l’essere contro Tito”. Ha quindi sfidato la sezione locale dell’Anpi, sulla scia delle accuse reciproche sul 25 aprile: “Gorizia ha sempre partecipato al ricordo ma non capisco perché non si voglia consentire di celebrare la propria, vera liberazione. Invito Anpi a querelarmi se non è vero: non hanno invitato il Comune al 25 aprile, sono dei bugiardi” riferito alla mancata partecipazione di un esponente della giunta alle ricorrenze organizzate dall’associazione in quella giornata.

A nome dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, la presidente goriziana Mariagrazia Ziberna ha rimarcato come “nonostante i reiterati appelli di Mattarella, gli atti di partigiani anche italiani sono stati giustificati come una risposta a quanto era successo prima, senza ammettere che quelle violenze fossero parte di un progetto più ampio di annessione”. Ha quindi ricordato i numeri prodotti dalla commissione sui crimini comunisti promossa da Lubiana, registrano circa 100mila vittime nella piccola repubblica, in minima parte italiane.

Tornando al monumento, ultima opera dell’architetta Barbara Fornasir che non è riuscita a vederla compiuta prima di morire, questo si affiancherà a quello realizzato da Caccia Dominioni. “Non ci saranno solo i nomi di chi venne deportato nel maggio ’45 - ha spiegato il presidente della Lega nazionale, Luca Urizio -. Doneremo il Lapidario al Comune e ogni anno aggiungeremo nuovi nomi, secondo me i deportati da questa zona furono circa 900”. Ha quindi evidenziato le parole di apprezzamento ricevute dalla staffetta partigiana Paola Del Din.

All’evento, inoltre, ci sarà anche il presidente dell’Associazione partigiani Osoppo, Roberto Volpetti. “Bisogna far sì che tutta Italia sappia chi difende quegli assassini” ha aggiunto Urizio. In totale, la costruzione ha richiesto 33mila euro, di cui metà coperto da donazioni e l’altra con fondi della Lega nazionale. “La Regione ci ha promesso un aiuto a fondo perduto ma per ora è solo una promessa” ha aggiunto, rimarcando come la volontà di arrivare finalmente a questa inaugurazione era troppo forte per attendere ancora: "Vogliamo chiudere una pagina e andare avanti”.

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