Gorizia e Nova Gorica, la nostra piccola Berlino

Gorizia e Nova Gorica, la nostra piccola Berlino

La lettera

Gorizia e Nova Gorica, la nostra piccola Berlino

Di Marco Barone • Pubblicato il 29 Apr 2021
Copertina per Gorizia e Nova Gorica, la nostra piccola Berlino

Ci scrive il blogger Marco Barone con una riflessione sugli episodi che hanno portato Gorizia e Nova Gorica a diventare una piccola Berlino, con l'ultimo muro a cadere della Cortina di Ferro il primo maggio 2004.

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Caduto il muro di Berlino è caduto l'ultimo blocco nell'Europa occidentale si disse. In realtà non è proprio così. L'ultimo muro a cadere fu il primo maggio del 2004 tra Gorizia e Nova Gorica. Chiaramente senza la caduta del muro di Berlino non sarebbe mai stato possibile, ma quello di Berlino non è stato l'ultimo muro nella nostra cara e vecchia Europa a cadere anche se spesso si pensa così. Perchè Gorizia e Nova Gorica non saranno Berlino, anche se qui la situazione è stata tesa e si è giostrato con la guerra sul filo del confine, ma Berlino potrebbero forse diventarla, pur mantenendo entrambe l'appartenenza a due stati diversi? Sarebbe un qualcosa di unico in Europa, e forse straordinario, un progetto condiviso di città transfrontaliera. 

Una piccola area metropolitana che era congiunta a livello territoriale sotto l'Impero, e frammentata in tanti pezzi con un puzzle scomposto dopo la fine della seconda guerra mondiale. Il FVG è una regione artificiosa, come artificiosa è stata l'unità d'Italia, ottenuta con la forza e la violenza più che con l'amore dello spirito patriottico. Nel Sud si ricordano ancora le scorribande dei garibaldini e nel nord si ricordano ancora i massacri per la prima guerra mondiale. 

Il progetto di Nova Gorica e Gorizia capitale europea della cultura 2025 sta facendo sognare, idealizzare, ma nello stesso tempo rimanere anche con i piedi per terra. Perchè c'è chi pensa che alla fine dei conti si tratterà solo di una questione economica che rimarrà circoscritta al 2025 e poi ognuno ritornerà nel proprio orticello e chi invece vede l'opportunità di lasciarsi alle spalle la retorica nazionalistica del '900 per arrivare a creare una città unica. Intanto, il simbolo di questa città unica, piazza della Transalpina e Trg Evrope, continua a mantenere due nomi diversi e distinti e non sembra esserci alcuna intenzione manifesta di voler condividere un solo nome per quella piazza. 

Eppure dovrebbe essere un primo passo da intraprendere per rendere possibile e non solo come pagina di un libro dei sogni l'unicità di due città, in un territorio storicamente sempre unito e diviso da ideologie, nazionalismi e burocrazia. 

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