Il confronto
Gorizia maglia nera del Nord Est per la Tari: 432 euro nel 2024, superata anche Venezia

Nel 2024 la città è risultata quella con la tassa rifiuti più cara del Nord Est, toccando i 432,70 euro per una famiglia tipo. A certificarlo è il rapporto del servizio politiche fiscali della Uil nazionale.
L’aumento rispetto all’anno precedente è stato del 9,64%, il più marcato tra i capoluoghi triveneti, e pone il capoluogo goriziano davanti persino a Venezia, dove la spesa media si è fermata a 364,31 euro (+6%). La seconda posizione spetta a Rovigo, con circa 406 euro, in lieve calo (-0,43%). Ogni abitante di Gorizia in media ha pagato 432 euro a persona nel 2024. A certificarlo è il rapporto del servizio politiche fiscali della Uil nazionale.
L’indagine prende in esame una famiglia composta da quattro persone, con abitazione da 80 metri quadrati e reddito Isee di 25mila euro. Dove è attiva la tariffa puntuale, sono stati considerati i “minimi di svuotamento” e l’importo comprende l’Iva al 10%. La fonte dei dati è rappresentata dalle delibere comunali raccolte dal dipartimento delle Finanze 2024 e dai redditi netti Istat aggiornati al 2023.
Nel quadro complessivo, nessuno dei capoluoghi del Triveneto figura tra le dieci città più care d’Italia (soglia oltre i 480 euro annui), ma quattro si distinguono invece per una Tari tra le più leggere: Belluno (186,20 euro, +4,9%), Trento (201,70 euro, +6,6%), Udine (211 euro, -1,19%) e Pordenone (214 euro, +15,2%), tutte al di sotto della media nazionale che sfiora i 337 euro.
A registrare il calo più marcato è stata Trieste, dove il costo è sceso del 2,09%, fermandosi a 338,74 euro. Tra gli aumenti più significativi, dopo Pordenone, spicca Vicenza con un +15% a 245 euro. A Verona si è saliti del 6,3% fino a 231 euro, ma la recente delibera comunale prevede ulteriori rincari. A Padova si è registrato un +2,41% (254 euro), mentre a Treviso (262 euro) l’importo è rimasto stabile.
In media, nel Nord Est l’incremento annuo è stato del 2,25%. A Bolzano si paga più che a Trento, con un esborso di 292 euro (+10%). La Uil sottolinea come il peso della Tari dipenda da molte variabili, tra cui l’efficienza della raccolta differenziata e la vicinanza agli impianti di smaltimento. Ma a pesare è anche l’incidenza sul reddito. Nel Mezzogiorno, ad esempio, la spesa media è di 388 euro, contro i 278 del Nord Est, con un’incidenza rispettiva dell’1,34% e dello 0,64%.
«Non si tratta di una differenza giustificata né dalla qualità del servizio né dalla quantità di rifiuti – denuncia il segretario confederale Santo Biondo – ma del risultato di un sistema inefficiente e carente di infrastrutture. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza - osserva ancora Biondo - avrebbe potuto colmare questo divario, «ma l’assenza di strumenti tecnici e amministrativi ne sta rallentando l’attuazione».
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