l'incontro
Gorizia in lutto per la morte del carabiniere Vittorio Iacovacci, il ricordo alla caserma Cascino

Il sindaco Ziberna ha fatto visita ai colleghi del XIII Reggimento. L'appello per scoprire la verità su quanto accaduto.
“Tristezza e sconcerto: non si può morire così”. È questo il sentimento espresso dal sindaco, Rodolfo Ziberna, che questa mattina, insieme al prefetto Massimo Marchesiello e al comandante provinciale dei Carabinieri, Luciano Giuseppe Torchia, si è recato nella caserma "Cascino" di via Trieste, sede del 13° Reggimento, dove ha incontrato il comandante Saverio Ceglie e il generale della 2a brigata mobile Stefano Iasson. Proprio qui era di stanza Vittorio Iacovacci, il militare morto ieri in un agguato in Congo.
“Ho espresso il dolore della città di Gorizia e ribadito il profondo legame della comunità al XIII - rimarca il sindaco -, che aveva già pagato un sanguinoso tributo con i tre carabinieri caduti a Nassiriya. Insieme al Reggimento, Gorizia chiede oggi verità e giustizia per questi giovani ambasciatori di pace le cui vite sono state stroncate troppo presto e in circostante, credo, che dovranno essere chiarite al più presto. È davvero difficile pensare che in questi territori, dove il pericolo si può nascondere dietro ogni angolo, un ambasciatore e i suoi accompagnatori possano viaggiare senza scorta”.
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