La Gorizia dei libri che è riuscità a sopravvivere al lockdown sfidando Amazon

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La situazione del settore

La Gorizia dei libri che è riuscità a sopravvivere al lockdown sfidando Amazon

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 26 Nov 2020
Copertina per La Gorizia dei libri che è riuscità a sopravvivere al lockdown sfidando Amazon

Natale rappresenta un momento importante per le librerie, soprattutto dopo le chiusure in primavera. Il racconto dei negozi del centro.

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Fino a qualche anno fa, Gorizia era una delle città italiane con il più alto numero di librerie in proporzione agli abitanti. Oggi, però, la situazione è molto diversa, complice sia la concorrenza dell’e-commerce, sia la sempre meno propensione alla lettura, con appena il 40,6% degli italiani che legge almeno un libro all’anno. A complicare le cose, poi, è arrivata la pandemia con tutte le sue conseguenze, dal lockdown alle restrizioni all’accesso nei negozi. La situazione, però, non è uguale dappertutto, come ci hanno testimoniato i principali negozi del centro cittadino.

Tra le realtà locali, una delle più celebri è sicuramente la Libreria editrice gorizia (Leg) di corso Verdi, che come tutte le altre ha dovuto abbassare le serrande a marzo e aprile. Oggi, invece, “siamo aperti - spiega il direttore Editorale Adriano Ossola -, cercando di offrire il servizio di sempre”. Inevitabile, però, il calo rispetto agli anni scorsi: “Questi 12 mesi risentono del buco in cui non abbiamo lavorato, anche se non marcato come si poteva temere all’inizio”. Nemmeno le consegne a domicilio sono riuscite a migliorare la situazione, registrandone appena qualche decina.

Ora si attende di capire quale sarà la risposta dei clienti in vista del Natale, ma dai mesi di pandemia si può certamente salvare un aspetto: il commercio online dal sito della Leg è letteralmente decollato. “Abbiamo avuto un boom soprattutto per quanto riguarda gli ebook - sottolinea Ossola -, con 100% in più di vendite”. Segno dei tempi che cambiano e che non è più possibile rimanere legati al tradizionale metodo del negozio fisico. Questo, però, rimane ancora valido soprattutto se la clientela di riferimento è quella dei più giovani, che ha bisogno di essere consigliata e seguita nella ricerca dei titoli.

È il caso della libreria Faidutti di via Oberdan che, anche grazie alle iniziative “Io leggo perché” e al contributo del Mibact a favore delle biblioteche per l’acquisto di libri, sta riuscendo ad affrontare più serenamente questo periodo. “Da noi vengono molti bambini - spiega Caterina Pellegrini -, cerchiamo di aiutarli anche con titoli rilassanti, vista la situazione. Dentro la libreria viviamo la normalità, se ci affacciamo sulla strada ci viene il magone, poiché deserta e buia”. In vista delle festività natalizie non sono previste ulteriori misure, grazie anche alle entrate e uscite già separate e allo spazio grande all’interno, se non forse l’ampliamento dell’orario. Chi invece rinuncerà ai tradizionali pacchetti è la vicina Ubik, che ha invitato le persone a non condensare gli acquisti nelle ultime settimane ma a iniziarli già da questo mese.

Le compere dei più piccoli sono una boccata di ossigeno anche per la Katoliška knjigarna-Libreria cattolica di piazza della Vittoria, ma la situazione rimane comunque critica. “La gente ha sicuramente paura ad uscire - spiega Franka Žgavec -, quest’anno registreremo quasi il 30% in meno di vendite, il mese e mezzo che abbiamo perso non si incassa più. A marzo e aprile abbiamo perso tutte le comunioni e le cresime, recuperando poco a settembre”. Manca anche la clientela di oltreconfine, che si rivolge spesso a questo centro per le sue pubblicazioni in sloveno sul Goriziano: “A Nova Gorica ci sono tre librerie e, vista la chiusura del confine, venire da noi è ancora più complicato”.

C’è anche chi, però, alla fine non considera questo come un anno completamente nero. Alla Voltapagina di corso Verdi, infatti, “dopo la riapertura - spiega il titolare Paolo Bonnes - siamo riusciti a recuperare quasi completamente quanto abbiamo perso in primavera. In questi ultimi mesi le vendite non sono andate male, è stato tutto sommato un’annata positiva”. Certamente una nuova chiusura a dicembre, però, rappresenterebbe una mazzata per il settore, anche perché “Natale vale come tre mesi per il fatturato”. Per il resto, comunque, “la gente è tornata a leggere. Alla fine, meglio di così non poteva andare, viste le premesse”.

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