A DUE MESI DALL’APERTURA
Gorizia, il Museo di Borgo Castello accoglie 2800 visitatori. Anzil: «Tassello fondamentale per Go!2025»

L’affluenza dimostra la grande attrattività del sito gestito da Erpac Fvg arricchito di varie postazioni multimediali suddivise in 10 sale espositive.
A venti giorni dalla sua riapertura, il Museo della Grande Guerra di Borgo Castello a Gorizia diventa uno dei grandi protagonisti di GO!2025 registrando l’afflusso circa 2.800 visitatori. Un’affluenza che dimostra la grande attrattività del museo gestito da Erpac Fvg, soprattutto dopo gli importanti lavori di riqualificazione dell’immobile che lo ospita e la realizzazione di un nuovo percorso espositivo. Rilevanti opere di riqualificazione che ora consentono a tutte le tipologie di visitatori di poter accedere alle sale espositive, grazie all’inserimento di pedane e rampe, ascensori, piattaforme e servoscala e a un complessivo miglioramento dell’accessibilità motoria e visiva dell’intero compendio museale attraverso nuovi accessi, percorsi interni e un adeguato impianto illuminotecnico.
Ma la fruibilità e l’accessibilità non sono le uniche novità del Museo di Borgo Castello. Il percorso espositivo, infatti, ora è arricchito di varie postazioni multimediali e si snoda attraverso dieci sale, ognuna con un tema specifico e con oggetti, uniformi, equipaggiamenti, armi, munizioni, documenti e fotografie che consentono al visitatore di conoscere la quotidianità della guerra vissuta dai soldati italiani e austroungarici sul fronte e dai civili nelle città e nei paesi. Con tutti gli apparati descrittivi in tre lingue: italiano, sloveno e inglese.
«Con la riapertura del Museo della Grande Guerra riprende la narrazione degli eventi che hanno lasciato un'impronta indelebile nella nostra storia e nel nostro territorio. Grazie a una veste rinnovata, fruibile da tutti e contemporanea, abbiamo aggiunto un altro tassello fondamentale nel programma di questo 2025 in cui Gorizia e Nova Gorica sono insieme Capitale europea della cultura. Continua così la nostra narrazione del concetto di confine che, pur essendo spesso associato alla guerra come suo prodotto, oggi vuole essere anzitutto sinonimo di scambio, incontro e sovrapposizione di matrici culturali diverse. Ora spetta ai visitatori darci ragione» sottolinea il vicepresidente della Regione Fvg e assessore alla Cultura, Mario Anzil.
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