La proposta
Gorizia, ecco le direttive per il nuovo piano regolatore: meno edifici nuovi e più verde
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La proposta, approvata dal Consiglio comunale del 10 marzo, riavvia la «fase di ascolto». Studio durato sei anni.
Era dal 2001 che non si metteva mano al Piano Regolatore di Gorizia. Ieri, dopo anni, un passo nuovamente significativo verso la modifica del documento: è stato il Consiglio Comunale ad approvare le direttive per la formazione di variante al Piano regolatore generale comunale. Una serie di direttive nate da alcuni passaggi. In primis l’analisi socioeconomica commissionata a Isisg, l’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, realizzata tra 2019 e 2021, che ha fornito la base conoscitiva sui dati socioeconomici e un elenco dei progetti strategici da attuare. Ciò definito interamente a seguito delle analisi e delle interviste agli attori coinvolti. Lo studio, infatti, è costituito da un’analisi territoriale che ha impiegato l’audit di attori quali l’Amministrazione Comunale, i portatori d’interesse e la cittadinanza.
Ciò ha consentito di intavolare una fase di ascolto attivo dei suddetti attori, arrivando anche a verificare – sia pure con una efficacia viziata dalla scarsa partecipazione dei cittadini e dell’associazionismo al processo, condotto pressoché unicamente on line a causa della coincidenza con il periodo pandemico Covid19 – «il riscontro degli abitanti in merito alle proposte strategiche avanzate dallo studio stesso. Tali proposte strategiche si configurano come modalità di lettura del contesto e delle tendenze in atto, non rivestendo alcun carattere strutturante e propositivo», così si legge nella proposta portata in Consiglio.
Cinque sono le visioni proposte, dal verde cittadino al patrimonio, alla generazione di opportunità e al movimento, inteso come sistema ciclo pedonale e di riduzione del traffico pesante, fino all’aggregazione per coinvolgere la popolazione giovanile e l’attività sportiva. Le visioni rilanciano, dunque, progetti strategici localizzati in aree da trattare. Proprio nel 2019 l’amministrazione comunale di Gorizia ha stipulato con l’Università degli studi di Trieste un accordo per un’attività di ricerca e analisi scientifica che è stata, poi, divisa nella ricognizione dello stato dell’arte, nello studio degli aspetti normativi e regolamentari e nella costruzione di un documento strategico per una “visione d’insieme”. Al termine del lavoro sono state elaborate indicazioni operative e metodologiche per l’adeguamento del Piano regolatore generale al Piano Paesaggistico Regionale.
La constatazione primaria è che «l’assetto urbano è in gran parte consolidato e che un nuovo piano regolatore deve essere concepito quale “manutenzione evolutiva” dello strumento urbanistico vigente», si legge nel documento. L’occasione, dunque, è utile per «affrontare i temi suindicati può individuarsi nella variante di conformazione al piano paesaggistico regionale, nel perseguimento delle finalità e principi di tale strumento sovracomunale, anche in considerazione delle semplificazioni procedurali recentemente introdotte con l’articolo 63 septies della LR n. 5/2007 e smi».
Vai i punti che, riassumendo, chiedono il riconoscimento e individuazione della rete ecologica locale per il verde urbano con una successiva ridefinizione delle possibilità edificatorie. Anche il comprensorio fieristico di via della Barca è stato analizzato per una nuova strategia di ottica e sviluppo e adattamento alle varie situazioni. Anche via Terza Armata, con il suo comprensorio, deve vedere, secondo il documento, una nuova disciplina urbanistica. In quest’ottica si è inserita anche la proposta di deliberazione con la variante 60 per la manutenzione straordinaria dell’attuale edificio di Pittarello che intende ampliare l’intera struttura.
«In sostanza – precisa il vicesindaco, Chiara Gatta – quanto emerge è la necessità di migliorare e sistemare gli edifici esistenti diminuendo al minimo la possibilità di nuove costruzioni. Le direttive sono frutto dei dati raccolti da Isig dai quali emergevano da speranze a prospettive future che la cittadinanza richiedeva. Sono emersi anche nuovi assetti socioculturali dell’intera area su cui insiste il confine. Units ha, poi, rielaborato tutti i dati».
«La necessità finale, oltre che pratica per la città – conclude Gatta – è quella di ridurre il consumo del suolo e valorizzare il verde assieme alla mobilità sostenibile e lenta, facendo diventare la normativa più semplice e attrattiva per imprenditori e portatori di interesse che vogliano investire sul territorio. L’urbanistica non è solo architettura ma anche economia e società. La fase di ascolto non è affatto conclusa, anzi è appena iniziata», chiude.
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