Gorizia dice addio a Livio Bernot, storico avvocato del processo di Peteano

Morto Livio Bernot, avvocato nel processo Peteano e altri grandi casi

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Morto Livio Bernot, avvocato nel processo Peteano e altri grandi casi

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 15 Dic 2023
Copertina per Morto Livio Bernot, avvocato nel processo Peteano e altri grandi casi

Si era ritirato dall'attività da qualche anno, dopo aver seguito processi di rilievo nazionale e internazionale. Negli anni Settanta difese gli innocenti di Peteano.

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Gorizia perde un altro suo tassello di storia nel giro di pochi giorni. Sabato scorso, infatti, è morto Livio Bernot, noto avvocato del foro cittadino. Divenne famoso a partire dagli anni Settanta per aver fatto parte della difesa dei sei innocenti accusati della strage di Peteano, insieme ai colleghi Nereo Battello e Roberto Maniacco, entrambi già venuti meno. Una vicenda che li vide svolgere una vera e propria indagine parallela a quella eseguita all’epoca dai carabinieri, smascherano le enormi e gravi lacune che avevano portato a quel processo.

Ritiratosi dall’attività ormai da qualche anno a causa di problemi di salute, si è spento a 86 anni e i funerali sono stati celebrati ieri mattina, in Duomo. Un ricordo riservato alla famiglia e a pochi intimi, rispettando le ultime volontà dello stesso Bernot. Con lui, se ne va uno dei principali testimoni orali di quel tragico capitolo della storia italiana, nel quale morirono tre militari - e altri due rimasero feriti - travolti dallo scoppio di una Fiat 500 imbottita di esplosivo. Solo qualche anno dopo emergerà la vera pista neofascista.

Prima, però, furono sei persone - alcune con piccoli precedenti, altre incensurate - a finire nell’occhio del ciclone. In questo contesto si inserì Bernot, che dopo quella vicenda si occupò di altri casi spinosi a livello nazionale e internazionale. Tra questi, ci fu la difesa di Donatella Di Rosa più nota come Lady Golpe, moglie del colonnello della brigata paracadutisti "Folgore" Aldo Michittu, che nel 1993 rivelò dettagli su un presunto colpo di Stato che sarebbe stato progettato tra gli anni Ottanta e Novanta da alcuni militari, incluso suo marito. Dichiarazioni che, almeno a livello giudiziario, vennero giudicate infondate.

Ci fu anche la difesa di Oskar Piskulic, capo della polizia segreta titina accusato di essere tra i responsabili delle foibe a Fiume e dell'omicidio di Giuseppe Sincich, la cui vicenda si concluse nel 2004. La Corte di Cassazione, infatti, stabilì che lo Stato italiano non poteva giudicarlo. Infine, nel 2018 ha seguito il suo ultimo caso di rilievo: il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo dopo il no della Cassazione ai risarcimenti ai prigionieri di guerra italiani. Una vicenda vissuta con la figlia Grazia, che ha ricordato ieri il padre insieme al fratello Lucio: “Grazie per non averci fatto mancare niente, ma non averci mai dato troppo, perchè nella vita bisogna rimboccarsi le maniche ed impegnarsi con costanza e determinazione”.

Dal pulpito della Cattedrale, i figli ne hanno ricordato le qualità soprattutto umane, dietro all’immagine del noto avvocato. Prima di vestire la toga, peraltro, era stato anche docente di Diritto al Fermi e all’Iti e per un periodo ha sognato anche il mondo dello spettacolo, facendo il presentatore a eventi a livello regionale e Triveneto. Un’esperienza che gli diede modo di conoscere personalità come Corrado, le gemelle Kessler e altri. Alla fine, però, prevalse l’ambizione di calcare le aule di tribunale, iscrivendosi dal 1960 all’ordine.

Nel corso della sua carriera, peraltro, è finito anche per ritrovarsi dalla parte “opposta”, ossia come imputato in un processo per diffamazione a danno di un collega. Come professionista, è stato celebrato dai colleghi che gli consegnarono una targa per i suoi 50 anni di attività. "Era stato anche giornalista e avvocato del movimento politico del Territorio libero di Trieste - ricorda Guglielmo Bancheri dell'Ordine degli avvocati di Gorizia -, spaziava dal civile al penale. Era appassionato di basket e gli piaceva il mondo del vino, aveva una tenuta a Ruttars che ha poi passato al figlio Lucio". Lascia in tutto cinque figli.

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