Gorizia dice addio anche alla Bottiglieria Montagner, luogo simbolo degli amanti dei liquori

Gorizia dice addio anche alla Bottiglieria Montagner, luogo simbolo degli amanti dei liquori

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Gorizia dice addio anche alla Bottiglieria Montagner, luogo simbolo degli amanti dei liquori

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 30 Dic 2020
Copertina per Gorizia dice addio anche alla Bottiglieria Montagner, luogo simbolo degli amanti dei liquori

Dopo oltre 40 anni, chiude per sempre lo storico negozio di liquori del centro. Le sue bottiglie con i leader politici hanno fatto discutere.

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Dopo l’annuncio della chiusura della vicina Bottega del cappello, oggi calerà le serrande definitivamente anche la Bottiglieria di via delle Monache a Gorizia. Dopo oltre 40 anni di attività, il titolare Angelo Montagner ha così deciso di concludere con quest’anno la sua lunga esperienza, nata quasi per caso dopo l’offerta di un amico nel settembre del 1976. Originariamente, la bottega si trovava sempre nella stessa arteria ma più vicina a via Crispi. Nel ’92 ecco il trasferimento definitivo, nell’angolo poco prima della piazzetta di via Rastello, l’antica strada dello shopping cittadino.

“All’inizio lavoravo molto con i clienti di oltreconfine - racconta il titolare -, soprattutto per la vendita di vino, caffè, riso e whisky. Con il tempo, però, l’offerta è cambiata, puntando più sui liquori”. All’inizio degli anni Novanta è arrivata la decisione di acquistare un nuovo spazio, riammodernandolo e cambiando anche il sistema di lavoro. “Qui ho puntato decisamente sui liquori, anche più ricercati e con le confezioni regalo”. Nei primi anni si è lavorato bene, ma dal ’92 è iniziato anche il lento declino, complice la guerra in Jugoslavia e il mutamento complessivo dell’economica goriziana.

Tutto questo è accelerato negli ultimi anni, anche a causa dei centri commerciali e internet. “La nostra attività inizia ad essere messa in disparte - prosegue Montagner -, la gente non cammina più per il centro storico. Ciò ha accelerato la mia idea di chiudere, anche se io lo faccio perché ora andrò in pensione, dopo 44 anni di lavoro”. Il periodo attuale certamente non ha aiutato a desistere e il commerciante non nega una certa amarezza: “Avrei voluto continuare anche per aiutare la città a vivere, perché i piccoli negozi sono il suo cuore, ma le spese sono troppo aumentate e non ce la faccio più”. Una scelta fatta anche da altre botteghe negli ultimi mesi.

Se è vero che la scomparsa delle botteghe è un duro colpo per Gorizia, Montagner è fiducioso che ci sarà un loro ritorno: “Già in America hanno visto che il sistema non funziona e stanno tornando indietro, ma ci vorranno 15/20 anni per riportare la situazione a com’era prima”. Il ricordo va inevitabilmente a tutti i clienti che si sono avvicendati in questi decenni, tra cui quelli che hanno scoperto magari per la prima volta questo angolo, grazie alle svendite fatte sotto Natale. All’interno hanno scoperto un assortimento ricchissimo, composto per il 60% da grappe, mentre sono i gin a non aver mai attratto particolarmente il titolare.

Molti, sicuramente, si erano già soffermati sulle particolari bottiglie in vetrina, raffiguranti personaggi storici come Hitler, Stalin e Marx. Una storia, questa, anch’essa nata per caso: “Un giorno si è presentato un rappresentante di una ditta di Udine, a me sono sempre piaciute le novità. Ho provato ad inserirle in negozio e ha funzionato. Certo, c’è sempre chi è contrario o di segno opposto, ma il 90% dei clienti le ha accettate ma bisogna rispettare le idee di tutti. In ogni caso, le etichette delle bottiglie non fanno del male a nessuno”. Negli ultimi anni, anche questi prodotti “stanno andando in pensione”, forse segno che molti ormai non ci fanno più caso ai volti raffigurati.

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