L’ESCURSIONE
Gorizia, il Centro Studi Rizzatti promuove 'Solo in mezzo a uomini soli’: il progetto che racconta il poeta reduce Ungaretti

Mercoledì 21 maggio verrà proposta la prima uscita per ripercorrere la sua visita nei luoghi della Grande Guerra della nostra Regione. L’esperto Silvo Stok guiderà l’escursione.
Entra nel vivo il progetto del Centro studi politici economici e sociali “sen. Antonio Rizzatti” di Gorizia sulla figura di Giuseppe Ungaretti. “Solo in mezzo a uomini soli” è il titolo della progettualità non incentrata sulla figura del soldato-poeta bensì il poeta-reduce che, a cinquant’anni dalle proprie esperienze, ritorna sui luoghi che lo hanno visto, sì, soldato ma anche letterato. Un poeta che fu anche viaggiatore e traduttore, lati spesso dimenticati. Nel 1966 Ungaretti fu ospite del grande Convegno di poesia mitteleuropea, organizzato proprio dal Centro Studi, ma anche protagonista di un viaggio sui luoghi più noti e che lui stesso vide negli anni del conflitto, dal Monte San Michele a Redipuglia.
Nell’ottica di raccontare l’Ungaretti che “ritorna” sui luoghi della Grande Guerra, trovando un Carso che «non è più l’infermo ma il verde della speranza», come lo stesso poeta scrisse nella sua dedica a Iniziativa Isontina, rivista ancora esistente e che raccoglie i materiali di quegli anni, il Centro Studi propone una prima uscita mercoledì 21 maggio alle 18 con ritrovo sul piazzale del San Michele. A guidare l’escursione, “Il Carso non è più un inferno”, sarà l’esperto Grande Guerra Silvo Stok ed sarà necessario prenotarsi al numero 3461761913 o 0481489139.
Si tratta di guardare al poeta con uno sguardo contemporaneo, dando spazio anche a poeti tutt’ora viventi o da poco scomparsi del territorio locale e sloveno, portando la valenza europea e gli obiettivi storici del Centro Studi Rizzatti, attivo dal 1958, in un corpo ancor più attuale per le nuove generazioni.
Uno degli obiettivi del progetto “Ungaretti, ritorno sul Carso: solo in mezzo ad altri uomini soli” è far riscoprire a quasi sessant’anni di distanza quella emozionante visita nella nostra Regione, presentando materiali inediti e raccogliendo le ultime testimonianze in vita. Il racconto della visita è lo spunto di partenza per un’analisi del poeta – il più famoso e studiato poeta legato alla Prima Guerra Mondiale in Italia – non solo nella sua giovinezza, ma anche nella sua maturità, quando colui che era diventato nel frattempo un personaggio culturale e artistico di fama internazionale, ritorna da reduce e scopre che «il Carso non è più un inferno, è il verde della speranza».
E sempre tra gli obiettivi vi è la riapertura di un dibattito nel mondo culturale - e accademico - di come la poesia, la scrittura, l’arte possano raccontare il presente, possano permettere una rielaborazione dei fatti – talvolta tragici - essere una chiave per svolgere un’indagine introspettiva su passato, presente e futuro.
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