Gorizia, il centro missionario festeggia 50 anni di impegno in Africa

Gorizia, il centro missionario festeggia 50 anni di impegno in Africa

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Gorizia, il centro missionario festeggia 50 anni di impegno in Africa

Di T.D. • Pubblicato il 06 Gen 2023
Copertina per Gorizia, il centro missionario festeggia 50 anni di impegno in Africa

Domenica le celebrazioni in Cattedrale, le prime missioni e l'impegno che prosegue in Costa d'Avorio.

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Era il 1973 quando la prima équipe missionaria diocesana di Gorizia arrivò a Kossou, in Costa d’Avorio. Nasceva allora la storia dell’impegno sul campo della chiesa locale, che domenica 8 gennaio sarà festeggiata alle 16 con la santa messa celebrata dall’arcivescovo, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, in Cattedrale. Uno spirito, quello che aveva portato clericali e laici in Africa, iniziato dopo il Concilio Vaticano II, come ricorda oggi don Giulio Boldrin, direttore dell’Ufficio missionario diocesano.

“Da quel momento - le parole del sacerdote - è iniziata un’epopea che ha visto diverse fasi: l’apertura di una seconda missione a Bouaké pochi anni dopo la prima, e poi l’impegno di tutti i sacerdoti diocesani che sono "partiti" negli anni successivi come Fidei Donum, il loro contributo determinante alla costruzione della Chiesa in Costa d’Avorio, non solo una costruzione ‘materiale’, di edifici di culto con innumerevoli cappelle, chiese e dispensari ma soprattutto una costruzione ‘spirituale’ di una Chiesa giovane, vivace, inclusiva”.

L’immagine (nella foto) che racconta bene quel periodo è stata riportata nella locandina della giornata. Ci sono infatti due laici, tre religiose - suore della Provvidenza -, un religioso del Pontificio istituto missioni estere e due sacerdoti diocesani: don Chino Raugna e don Luciano Vidoz. “Un’équipe pastorale estremamente innovativa - prosegue don Giulio -, considerata l’epoca, nella quale laici, preti e religiose collaboravano assieme con l’obiettivo dell’evangelizzazione. Si tratta di un’intuizione estremamente attuale, sulla quale varrebbe la pena di avviare una riflessione”.

L’obiettivo della ricorrenza, comunque, non è quello solo di guardare a quanto fatto ma pensare anche ai “prossimi” cinquant’anni. Il direttore ricorda quindi la presenza di tre sacerdoti ivoriani nelle parrocchie goriziane: don Joseph a Cormons, don Nicaise a Gorizia e don David a Monfalcone “che abbiamo imparato ad apprezzare e che stanno frequentando un ciclo di formazione superiore per ‘irrobustire’ la Chiesa dalla quale provengono. Sono gli innumerevoli interventi a sostegno del centro per minori Notre Dame des Sources di Bouaké”.

Qui opera Claudia Pontel, missionaria laica di nativa di Aiello del Friuli. C’è poi la cooperazione che continua fra le Chiese sorelle di Gorizia e di Bouaké e Yamoussoukro, come testimoniano le visite dell’arcivescovo di Bouaké Paul-Siméon Ahouanan, l’ultima delle quali lo scorso febbraio. “Continua soprattutto l’impegno di tanti, nelle varie Parrocchie e realtà pastorali, che si adoperano con costanza e competenza per sensibilizzare le persone e raccogliere fondi per sostenere questi nostri fratelli africani”.

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