Una giovane di Grado e la guerra in Ucraina: «La mia famiglia sotto le bombe»

Una giovane di Grado e la guerra in Ucraina: «La mia famiglia sotto le bombe»

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Una giovane di Grado e la guerra in Ucraina: «La mia famiglia sotto le bombe»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 01 Mar 2022
Copertina per Una giovane di Grado e la guerra in Ucraina: «La mia famiglia sotto le bombe»

Il racconto di una ragazza natia di Kharkiv, la raccolta di beni sull'isola per la popolazione.

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Osserva l’inferno piombato sul suo Paese natale a centinaia di chilometri di distanza, ma ciò non diminuisce lo stato di agitazione. Angelina, giovane studentessa di Grado, guarda con sgomento e rabbia quanto sta accadendo al suo popolo, dopo che i carroarmati russi hanno oltrepassato il confine la scorsa settimana. La sua famiglia, peraltro, si trova a Kharkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina e a 50 chilometri dalla frontiera con lo Stato aggressore. “I miei nonni, lo zio, tutta la famiglia e amici adesso si trovano lì” racconta.

“Sono preoccupati - spiega - certi sono a nascondersi nelle stazioni della metro, altri stanno nelle cantine delle case. Vogliono restare positivi ma hanno paura. Mi raccontano come va, se hanno sentito le esplosioni, se le farmacie erano aperte, se sono riusciti a comprare del cibo. Sono tutte cose che ormai non sono più scontante”. Ai messaggi si accompagnano spesso video di bombardamenti o mezzi militari che sparano, colpendo anche civili. Lei stessa, peraltro, è russofona e ascolta con rabbia la narrativa che Mosca sta facendo degli scontri.

“Putin ha giustificato l’invasione come una ‘missione di liberazione’, in quanto, secondo lui, la parte della popolazione russa o russofona era emarginata e discriminata. Sono un bel esempio di una cosa contraria: ho fatto le scuole russe, parlo il russo da quando sono nata, tantissimi della mia città parlano il russo, ma nessuno è mai stato trattato diversamente, ne io, ne i miei amici, ne gli altri cittadini. La maggior parte di noi conosce anche l’ucraino, in quanto studiato anche a scuola, ma semplicemente nella città principalmente si parlava il russo”.

Lo scenario attuale ha superato quanto già visto dal 2014 ad oggi, quando Crimea e Donbass sono piombate nel conflitto. All’epoca, rimarca la giovane, “l’Ucraina si è avvicinata alla possibilità di diventare un membro dell’Ue. L’aggressione di Putin in questi giorni ‘giustifica’ la minaccia di Ucraina nel diventare un membro della Nato. Vorrei sottolineare che comunque il corso verso il mondo euro-atlantico è previsto dalla Costituzione ucraina. Credo che la paura di Putin sia quella di avere un paese ospitante delle basi Nato così vicino, ma lo sono anche i Paesi baltici”.

Lituania, Estonia e Lettonia hanno già sottoscritto da tempo il Patto atlantico, infatti. “In ogni caso, vorrei ricordare che l’Ucraina è indipendente dal 1991 e sicuramente un paese dovrebbe essere libero di poter fare le proprie scelte”. Ora, per resistere, il governo di Kiev ha iniziato a distribuire armi alla popolazione. Temi che questo possa causare ulteriori crisi dopo il conflitto?
“Il popolo ucraino si è dimostrato molto unito, patriota e pronto ad affrontare il nemico. Tantissimi volontari si sono arruolati a combattere e proteggere la propria patria”.

“Credo che nulla di più può dimostrare l’amore che si prova verso la propria terra. Gli ucraini combattono per la propria famiglia, per il proprio futuro, per il proprio paese… Mentre, mi chiedo, per cosa combattono i militari mandati da Putin?” la domanda che si pone Angelina. Gli interrogativi riguardano anche quali saranno i rapporti tra le due ex repubbliche sovietiche, un domani: “Intanto vorrei vedere la fine di questa guerra… ma in ogni caso non saranno come prima. Il mio paese è stato invaso, la gente è stata uccisa, la mia città sta continuando ad essere bombardata”.

“Nessuno perdonerà questo né a Putin, né al suo esercito, né ai semplici civili russi che non si sono espressi e hanno giustificato questa guerra”. Intanto, nel resto d’Europa, i primi profughi stanno iniziando ad arrivare. “Nel mio piccolo cerco di supportare il più possibile anche gli ucraini che non sono andati via. Per questo, assieme alle ragazze di Grado, abbiamo organizzato una raccolta del cibo (no vetro), beni di prima necessità e vestiti. Ognuno può contribuire! Ci potete trovare dalle 10 alle 19 in via Marchesini 7, fino a venerdì 4 marzo compreso”.

Gli aiuti verranno spediti con l’aiuto della società Fernetti di Trieste e diretti a Chernivtsi in Ucraina.

Nella foto, da sinistra a destra: esplosione a Kharkiv, Angelina e un edificio colpito in città

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