Il giornalismo contro la camorra, Marilena Natale premiata a Ronchi

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Il giornalismo contro la camorra, Marilena Natale premiata a Ronchi

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 19 Giu 2022
Copertina per Il giornalismo contro la camorra, Marilena Natale premiata a Ronchi

L'ultima serata del festival, il racconto di chi vive sotto scorta: «Io lasciata sola».

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Sono state le parole di Marilena Natale a chiudere l’ottava edizione del Festival del giornalismo di Ronchi dei Legionari. La vincitrice del Premio Daphne Caruana Galizia, giornalista maltese uccisa nel 2017 per le sue inchieste, è salita ieri sera sul palco dell’associazione Leali delle Notizie, ricevendo il riconoscimento giunto al quinto anno e che gode del patrocinio del Parlamento europeo. Un momento di confronto non solo sullo stato di salute della libertà di stampa, ma anche di quello dei reporter stessi.

Tema, quest’ultimo, molto caro a Cristina Visintini, compianta vicepresidente del sodalizio organizzatore e ricordata costantemente nel corso della settimana. Precariato nella stampa e minacce sono stati quindi i fili conduttori dei due panel che hanno seguito la consegna del riconoscimento, realizzato dall’artista locale Franco Dugo e ritraente Julian Assange. Il fondatore di Wikileaks è stato ricordato durante la serata anche da Stefania Maurizzi, firma del Fatto quotidiano e membro del consorzio di giornalisti internazionale.

Il gruppo di firme ha infatti avuto un collegamento diretto con il celebre hacker, nonché con il whistleblower Chelsea Manning, il marines che diffuse file top secret incriminanti per l’esercito americano. Due nomi, i loro, diventati famosi a livello mondiale per aver pagato con la libertà il voler denunciare crimini e attacchi, mentre spesso chi lavora in provincia rimane lontano dai grandi riflettori. Quello che è successo a Natale, cronista in Campania che dal 2017 vive sotto scorta a seguito delle pesanti minacce provenienti dal clan dei Casalesi.

Non ha comunque abbandonato la sua Aversa. Le ultime intimidazioni le sono arrivate via Whatsapp in gennaio: insieme agli insulti, la proibizione di nominare un boss della camorra, Michele Zagaria, condannato all’ergastolo. “Nonostante le difficoltà che il vivere sotto scorta comporta - recita la motivazione del premio -, con coraggio e determinazione Marilena Natale porta avanti le sue inchieste in un territorio difficile come le province di Napoli e Caserta, dove la camorra sta rialzando la testa”. Anche grazie a lei, alcuni Comuni sono stati sciolti per mafia.

Ha quindi fondato l’associazione “La Terra dei cuori” per aiutare i bambini ammalati di cancro nella “terra dei fuochi”. Ha vinto numerosi premi, tra cui il premio “Agende rosse”, dedicato a Paolo Borsellino. “Io vivo sotto scorta perché le istituzioni mi hanno lasciato sola” l’attacco della giornalista, puntando il dito anche verso i mezzi “legali” con cui lei e i suoi colleghi vengono attaccati, ossia cause temerarie in tribunale che divorano salute, tempo e denaro. Rischi che portano non pochi editori e direttori a lasciar perdere certe inchieste.

Sul palco c’era anche Corinne Vella, sorella di Caruana Galizia, che ha evidenziato come la sua morte abbia smosso le coscienze sugli attacchi ai media. Ma tanto va ancora fatto, in particolare sul fronte della legislazione. Tema ripreso dal reporter suo connazionale, Manuel Delia, che ha dovuto lasciare l’isola per i continui attacchi e intimidazioni. Dall’altra parte, Gaetano Saffioti ha raccontato cosa significhi essere un imprenditore che si è schierato contro la indrangheta in Calabria, vivendo anche lui oggi con il rischio che qualcuno lo uccida.

Chiudendo il festival, il presidente Luca Perrino ha rimarcato l’impegno profuso dai volontari per strutturare il programma e portare a termine anche questa edizione. Non ha nascosto però l’irritazione verso alcune polemiche nella recente campagna elettorale comunale, dove si è parlato anche di offerta culturale: “Quei candidati sindaco non li vedo questa sera in platea”. Poi l’appello alle istituzioni, in particolare alla Regione, di rimanere vicino all’organizzazione per proseguire insieme il percorso e sostenere le prossime edizioni.

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