Il gioco da tavolo che fa scoprire Gorizia: 'La notte dei quattro destini' porta storia e Grande Guerra in tre lingue

Il gioco da tavolo che fa scoprire Gorizia: 'La notte dei quattro destini' porta storia e Grande Guerra in tre lingue

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Il gioco da tavolo che fa scoprire Gorizia: 'La notte dei quattro destini' porta storia e Grande Guerra in tre lingue

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 03 Dic 2025
Copertina per Il gioco da tavolo che fa scoprire Gorizia: 'La notte dei quattro destini' porta storia e Grande Guerra in tre lingue

A idearlo il Centro Tradizioni Borgo San Rocco che ha affidato la realizzazione all'Officina Meningi. Il progetto finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia per Go! 2025.

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Scoprire Gorizia, Nova Gorica e la loro recente storia contemporanea grazie a un gioco da tavolo? Si può fare. È grazie all’intuizione del Centro per la Conservazione e Valorizzazione delle Tradizioni Popolari di Borgo San Rocco, Gorizia – Odv, e alla lungimiranza del suo presidente, Vanni Feresin, che aveva lanciato la proposta già nel 2020. Si tratta de “La notte dei quattro destini”, presentato stamattina a Gorizia nella Sala Bianca del Municipio di Gorizia.

A finanziare l’intervento la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia con il progetto “La contea di Gorizia: crocevia e cerniera fra i popoli. Percorsi culturali” all’interno del contributo in preparazione di Go! 2025. Si tratta di un gioco investigativo, ispirato a eventi storici realmente accaduti, ricavati da documenti e diari originali della Prima guerra mondiale e dagli studi dello storico e archivista Vanni Feresin.

L’idea è stata sviluppata dall'azienda padovana "Officina Meningi", che ha rielaborato i testi storici in un avvincente percorso che, attraverso intrecci, personalità storiche, enigmi, situazioni avventurose, porterà i giocatori a ritrovare un tesoro dimenticato. Il gioco è stato impreziosito dai disegni dell'artista di Cervignano Aretha Battistutta, che fa rivivere la Gorizia attuale e quella della Grande Guerra. Il gioco è stato costruito in modo da essere dinamico e di immediata comprensione. Tre le versioni proposte: quella in italiano, già pronta, e quelle in sloveno e friulano, in fase di ultimazione. A idearlo sono stati Alessandro Buniotto ed Elena Mutti per l’Officina Meningi, azienda del settore diretta da Valentino Sergio.

Il lavoro è stato supportato da numerosi partner: Regione Fvg, Comune di Gorizia, società Filologica Friulana, il quotidiano online "il Goriziano", la Pro Loco Fogliano Redipuglia, il Centro Studi sen. Rizzatti, l'associazione "Qui Altrove", nonché l'Arlef, che si è occupata della traduzione in friulano. Il gioco sarà distribuito nelle scuole superiori, inoltre potrà essere richiesto gratuitamente rivolgendosi ai sodalizi coinvolti nella sua realizzazione. Sarà presentato inoltre nelle principali fiere del settore in Italia.

«È grazie a un gioco da tavolo scopriamo tantissimi luoghi del nostro territorio. Un progetto che nasce da lontano e che è stato realizzato in modo corale», ha ribadito l’assessore alla cultura Fabrizio Oreti, mentre l’omologa a Go! 2025, Patrizia Artico, ha voluto ricordare come «tutti rimangono affascinati per ciò che Gorizia è e ciò che Gorizia rappresenta. Abbiamo, in quest’anno, ricevuto feedback ottimi a livello di indagini che stiamo realizzando per capire il livello di gradimento e di apprezzamento della città».

«Si tratta – così Valentino Sergio – di un gioco facile e accessibile che già dalla lettura delle carte dà via al gioco stesso. Lo si troverà non solo nelle librerie ma sarà distribuito in circuiti nazionali e internazionali e dal Centro tradizioni e dai propri partner».

Insomma, nel gioco vi sono quattro storie che si intrecciano, dalle Suore Orsoline che devono fuggire da una Gorizia assediata nell’agosto 1916 fino ai due eserciti, quello italiano e quello austriaco. Tutte le storie, poi, sono unite dal Milite ignoto come figura unitaria con un finale segreto.

Mille sono le copie che sono state stampate e saranno distribuite in lingua italiana mentre 400 lo saranno in friulano e 300 in sloveno.  

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