Gino Cecchettin e la semplicità di «guardare oltre il male dell'esistenza»

Gino Cecchettin e la semplicità di «guardare oltre il male dell'esistenza»

LA PRESENTAZIONE

Gino Cecchettin e la semplicità di «guardare oltre il male dell'esistenza»

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 07 Nov 2024
Copertina per Gino Cecchettin e la semplicità di «guardare oltre il male dell'esistenza»

Nel secondo appuntamento di 'Alienazioni' il padre di Giulia, scomparsa poco più di un anno fa, racconta come il dolore gli ha permesso di focalizzarsi sui momenti importanti.

Condividi
Tempo di lettura

Felicità è stata forse la parola con la ricorrenza maggiore nel secondo appuntamento di “Alienazioni”, il festival organizzato da Gorizia Spettacoli sotto la supervisione di Mauro Fontanini e Alex Pessotto. E potrebbe sembrare banale, se non fosse che a pronunciarla è stata una persona, un papà (seconda parola più ricorrente, accompagnata da tutta la dolcezza del termine) che improvvisamente si è trovato con una parte di cuore in meno. Eppure Gino Cecchettin non esita a dirsi fortunato: fortunato perchè la vita gli ha permesso di vivere ventidue anni con quella ragazza solare, determinata, gioiosa che è stata Giulia.

Sul palco del teatro Verdi, la platea quasi gremita, guidato dalle domande di Patrizia Artico, Cecchettin si presenta in tutta la sua onestà e umanità, ricordando non tanto i momenti difficili che ha vissuto dalla scomparsa della figlia (quasi un anno fa: era lì11 novembre, ndr) al suo ritrovamento quanto la bellezza di una ragazza di cui ora, tramite la Fondazione a lei intitolata, vuole diffondere il ricordo.

Potrebbe sembrare un uomo cui la vita ha tolto tutto, e invece si mostra come un padre pronto a ricavare un messaggio positivo dalla perdita, a pochi mesi l'una dall'altra, di moglie e figlia: «Ho imparato a non sprecare i momenti che abbiamo, non mi perdonerò mai di non averlo fatto abbastanza in passato. Tutti noi viviamo con il pilota automatico e lì perdiamo la vita perchè non prestiamo alle nostre giornate l'attenzione che richiedono».

I lutti che hanno colpito la sua famiglia sono riletti come un'occasione per cambiare rotta: «Non abbiamo mai tempo per nulla ma quanto accaduto è stato una lezione di vita perchè ha cambiato totalmente la mia esistenza e cerco di godermi ogni istante. Lo faccio per Giulia e per mia moglie: sprecare la vita sarebbe un insulto a chi non ha più occasione di viverla».

Ed è questo il motivo che lo ha spinto a scrivere “Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia”: «Giulia era gioia e amore puro e il libro è un regalo a questa ragazza fantastica. Ho pensato che le fosse dovuto un gesto d'amore, a lei che ha sempre diffuso affetto. Ogni giorno, al mattino e alla sera, penso a lei e sorrido e le dico “ti amo tanto”: una frase che ripeto spesso anche agli altri miei figli, Elena e Davide, perchè ho capito l'importanza di esternare i nostri sentimenti».

Con estrema eleganza, Gino Cecchettin si sottrae alle domande che riguardano più direttamente la vicenda e che rischiano di scivolare verso la curiosità morbosa. Quando gli si chiede se avesse mai intuito qualcosa, riporta la questione sulle difficoltà che gli stessi inquirenti hanno avuto nel ricostruire la trama della vicenda e poi «sul passato non possiamo fare più nulla: per mesi ho immaginato di arrivare a salvarla caricandola in auto a Fossò (dove le telecamere hanno ripreso una scena di violenza conclusasi con Giulia caricata nel bagagliaio dell'auto dall'ex fidanzato Filippo Turetta, ndr) ma poi ho capito che dobbiamo solo guardare avanti».

E ancora, quando gli viene chiesto quale pensa sia la pena più adeguata per l'assassino della figlia e cosa si potrebbe fare per evitare i casi di femminicidio perpetrati nonostante le denunce, Cecchettin risponde con semplicità «sono solo un papà che ha vissuto un'esperienza terribile, non posso decidere cosa dovrebbe accadere ma certo è che, quando si arriva a giudizio, come società abbiamo già fallito».

Non c'è risentimento verso Turetta né verso i suoi genitori, ma neanche l'idea di perdono: «Con la razionalità sono riuscito a togliere i sentimenti negativi dalla mia vita perchè avrebbero fatto male solo a me. Filippo l'ho quasi rimosso dalla mia esistenza: l'ho visto all'ultima udienza e l'unico sentimento che ho provato è stato il dolore pensando a cosa deve aver provato Giulia. Togliendolo dalla mia vita, non ho nessuno da perdonare. Il dolore c'è e ci sarà sempre ma la razionalità mi permette di focalizzarmi su ciò che conta veramente».

E poi la domanda sui genitori di Filippo. «Ci siamo sentiti nella fase delle ricerche, poi ci siamo messaggiati. I fatti accaduti ormai sono passati, bisogna capire cosa stanno vivendo adesso e come aiutarli perchè anche loro si sono trovati dentro una storia . Sono persone e come tali hanno dei sentimenti per cui faccio appello alle persone che hanno vicino affinchè li aiutino. Personalmente in questo anno ho avuto anche dei momenti di felicità, proprio perchè non posso sprecare la vita che ho: loro, la felicità, non credo l'abbiano più provata».

E in nome di Giulia, per diffonderne lo sguardo allegro e aperto sulla vita, papà Gino con Elena e Davide hanno creato una Fondazione per sensibilizzare verso l'inclusione, supportare le donne vittime di violenza e sostenere progetti in condivisione con le associazioni del territorio fra cui la promozione di un'ora di educazione affettiva nelle scuole.

Il tempo che Gino Cecchettin avrebbe potuto dedicare al firmacopie e a cui si è sottratto ribadendo «sono solo un papà, non una persona famosa né uno scrittore» è stato riservato agli interventi del pubblico. Fra tutti, hanno colpito le parole di un'insegnante di scuola media di Trieste che si è vista negare l'autorizzazione a ripetere il corso di affettività e sessualità proposto nella sua scuola lo scorso anno e le sette ragazze che, alzandosi contemporaneamente, hanno riportato l'esperienza del loro collettivo “Chiavi della voce” che, a Gorizia, si è visto rifiutare il permesso a realizzare una fiaccolata in memoria di Giulia e delle vittime di violenza.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram e Whatsapp, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.


Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione

×