LE VERIFICHE
Gesù in pezzi nel presepe di Monfalcone, «simbolo di una società malata»

Si continua a visionare l’impianto di videosorveglianza comunale, ma anche quello delle attività commerciali adiacenti alla piazza. Le reazioni di don Flavio.
Le indagini proseguono nel doveroso riserbo. È quanto comunicato poco fa, attraverso una diretta social, dal sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint rispetto al grave atto della distruzione del Bambin Gesù posto nel presepe di piazza della Repubblica. Lo ricordiamo: la statua, una volta tolta dal presepe, è stata decapitata, trasportata nella casa di Babbo Natale. Lì è stata riempita di petardi e mortaretti che l’hanno disintegrata.
A fare l’amara scoperta è stata la consigliera Irene Cristint, che si è recata sul posto alle 9.30. Già alle 7, va detto, al sindaco era stato segnalato che mancava la statuina e che si era ribaltato un gazebo a causa del vento della notte. Circoscritto quindi il momento del grave atto – tra le 3.15 e le 3.23 della notte di Capodanno – Cisint ha confermato “l’impegno costante ed intenso” degli organi preposti a svolgere le indagini. Ora nel presepe c'è un'altra statua raffigurante il neonato pargoletto.
“Restiamo a disposizione per eventuali testimonianze anonime – sono le parole del sindaco – anche se non inquadro l’episodio in una bravata. La scelta del Bambin Gesù, non è assolutamente un’azione banale”. “Stiamo lavorando acremente per individuare le singole responsabilità – afferma il comandante della Polizia locale, Rudi Bagatto – siamo aperti a ricevere qualsiasi tipo di elemento e segnalazione”.
Si continua perciò a visionare l’impianto di videosorveglianza comunale, ma anche quello delle attività commerciali adiacenti alla piazza, seppure siano sono stati riferiti alcuni problemi alla linea elettrica di collegamento a causa dei fulmini dovuti al temporale in corso nella fascia oraria presa in esame. Infine, dal sindaco è arrivato l’invito “a farsi vivi” se dovesse trattarsi di una bravata. “Chiunque avesse contezza degli accadimenti può contattare me o il comandante Bagatto” così Cisint in conclusione.
A commentare la vicenda, attraverso una dichiarazione rilasciata alla nostra redazione, è stato anche il parroco del duomo don Flavio Zanetti. "Un fatto decisamente spiacevole e da condannarsi comunque lo si voglia vedere – afferma il sacerdote - sia che si tratti di un gesto volutamente anticristiano sia che possa essere l'azione di un ubriaco o di chi ha evidenti limiti mentali”. “È comunque il segno di un'incapacità di avere il rispetto degli altri e del sacro – conclude don Zanetti - e quindi di una società malata, che va curata".
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