IL BOTTA E RISPOSTA
Gesù coperto a Monfalcone, Cisint: «Possiamo auspicare il dialogo, ma solo se non è a senso unico»

L’europarlamentare definisce autolesionista la tesi del centrosinistra poi cita Paolo Mieli su riconoscimento delle ragioni e dei torti. Il richiamo a Benedetto XVI.
«La sinistra monfalconese non finisce di stupire per le sue continue fughe dalla realtà e per l’autolesionismo delle sue prese di posizione, che si tratti di questioni concrete oppure di aspetti di fondo, come quelli che riguardano l’atteggiamento nei confronti della comunità musulmana». È la replica dell’onorevole Anna Maria Cisint al centrosinistra monfalconese che nelle scorse ore ha invitato l’europarlamentare a non sfruttare il disorientamento di parte della comunità cristiana «per strumentalizzarlo a fini politici». Ci si riferisce, ancora una volta, alla nota vicenda della statua del Gesù coperto, episodio avvenuto a Monfalcone nel giorno dell’Eid Al Adha.
«Nell’incontro organizzato in questi giorni dall’arcivescovo con Paolo Mieli, è stato chiesto al famoso storico di pronunciarsi sulla fratellanza nell’ottica delle relazioni di confine, ed egli ha tenuto a precisare che ogni forma di dialogo non può prescindere dal riconoscimento delle ragioni e dei torti, perché altrimenti, in altri termini, diventa una forma di sopraffazione – sono le parole di Cisint - la lezione si adatta alla situazione locale, che il capogruppo consiliare Moretti mostra di non conoscere né comprendere. La componente musulmana, una delle più alte in proporzione in Italia, ha fatto della legge islamica, della sharia la propria regola di vita e di comportamento, violando sistematicamente i principi sui diritti umani, la dignità delle donne e delle bambine, e le regole del nostro ordinamento.
Eppure, da parte del Pd e degli altri partiti di sinistra, non c’è mai stato un richiamo energico per contrastare questi comportamenti e per ricordare che i valori del Vangelo sono ben diversi da quelli dell’integralismo violento dell’Islam». Continua poi citando l’insegnamento dottrinale di Papa Benedetto XVI che «aveva emblematicamente manifestato un chiaro e radicale rifiuto della motivazione religiosa della violenza, citando le parole di Manuele II Paleologo: “Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava”».
«Possiamo auspicare il dialogo, ma solo se non è a senso unico, considerato che oggi la nostra realtà si trova a doversi misurare con il rifiuto verso ogni possibile interlocuzione e integrazione da parte della componente islamica che, in virtù della sua dimensione numerica straripante, ha assunto un atteggiamento di sfida e, come si è visto al santuario della Marcelliana, di offesa ai nostri simboli e principi di fede» avverte Cisint. «Neppure la difesa dei valori cristiani e occidentali è una ragione sufficiente per Moretti e per il Pd, a prescindere dai pregiudizi di sottomissione culturale nei confronti dello straniero, giustificata da una falsa interpretazione dell’accoglienza, diventata una sorta di impunità per i loro comportamenti, anche quando contrari ai nostri ordinamenti».
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