La serata
Gadjiev incanta a Sveta Gora: «Spero di tornare presto a suonare a Gorizia»

Il concerto da sold out a Monte Santo richiama a centinaia tra italiani e sloveni. «La Capitale Europea della Cultura è un percorso che va continuato, la musica ci fa lavorare assieme».
«L’ho pensato come un trittico». Aleksander Gadjiev, pianista goriziano di fama internazionale, commenta così alla nostra testata i tre concerti che, nell’arco di poco meno di un mese, ha tenuto tra Gorizia e Nova Gorica. Il primo il 6 luglio, nel Teatro Verdi, a conclusione del festival Prečkanja – Sconfinamenti, con vari appuntamenti in tutto il territorio. Il secondo il 17 luglio in Piazza Transalpina/Trg Evrope con la proposta di “punto d’incontro”, una serie di brani di autori noti a livello internazionale e più locali, da Brahms a Puccini fino a Bartók e Bravničar toccando anche Kumar, Zardini, Merkù e Srebotnjak, per citarne alcuni. Tutto con artisti locali italiani e sloveni.
Infine, il concerto di ieri, domenica 20 luglio, nella Basilica del Monte Santo/Sveta Gora, un viaggio in solitaria, lui e il pianoforte, tra Chopin, Schumann e Rachamaninov con tre bis e continue standing ovation. L’acustica raramente così pulita della basilica, tra le navate e il soffitto a chiglia di nave tipico dell’architetto Silvano Barich, ha consentito al folto pubblico – circa quattrocento persone – di godere appieno tutte le sfumature dell’esibizione.
«Suonare in un luogo così simbolico, religiosamente e geograficamente, è una grande emozione – ci racconta appena terminata l’esibizione, tra tante persone che, in amicizia o semplice conoscenza, vengono a salutarlo – ed è qualcosa da rifare, soprattutto in città». Gadjiev, star del pianoforte definito dall’organizzazione «l’incarnazione della sovranazionalità» in quanto nato in una famiglia internazionale a Gorizia, città che unisce due Paesi, ha presto sviluppato una straordinaria capacità di assorbire e rielaborare diversi stili musicali e linguaggi. È sicuro di una cosa: in città, seppur ora viva e lavori a Berlino, ci vuole tornare.
«Siamo stati fortunati con la Capitale Europea della Cultura – ribadisce – ed è un percorso che va proseguito e coltivato in futuro. Il festival Sconfinamenti, che abbiamo concluso il 6 luglio, ha portato appuntamenti non meno importanti tra le due città e nel territorio circostante. Alla domanda se si senta di incarnare lo spirito di Go! 2025 risponde con sicurezza di sì: «Sono cresciuto in un’epoca nella quale con gli amici era normale attraversare il confine per mangiare un panino in centro a Nova Gorica per cui sì, è uno spirito che mi sento di incarnare. Spero si prosegua e di fare ancora di più perché l’importante è quando si lavora insieme e la musica lo può fare in modo eccelso».
Tra le mura della Basilica il concerto risuona alla perfezione e nel silenzio religioso di tutti. Come solista, Alexander ha debuttato con l’orchestra a soli nove anni e a dieci ha tenuto il suo primo recital pianistico solistico. A diciassette anni si è diplomato con lode e ha vinto il più prestigioso concorso pianistico per giovani talenti d’Italia, il Premio Venezia. Da lì ha continuato a trionfare nei concorsi pianistici più importanti del mondo: ha attirato l’attenzione internazionale nel 2015 vincendo il primo premio e il premio del pubblico al prestigioso Concorso Pianistico Internazionale Triennale di Hamamatsu in Giappone, e di nuovo nel 2017, con una giuria presieduta dalla leggendaria Martha Argerich. Nel 2018 ha vinto il prestigioso concorso World Piano Masters di Monte Carlo. Tra il 2019 e il 2022 è stato un artista della nuova generazione della BBC (BBC New Generation Artist) e, nel frattempo, nell’estate del 2021 ha conquistato il primo premio e diversi altri premi al Concorso Pianistico Internazionale di Sydney, per poi ottenere il secondo posto e il premio per la migliore esecuzione di una sonata al XVIII Concorso Chopin di Varsavia.
Il concorso di Sydney gli ha aperto le porte dei più importanti palcoscenici dell’emisfero australe – così ha concluso il 2022 in grande stile con un tour di oltre tre mesi in Australia e nel Far East, e nel 2023 ha effettuato una tournée in Giappone. Recentemente ha suonato con l’Orchestra Filarmonica Slovena al Musikverein di Vienna e a Firenze con l’orchestra e il coro del Maggio Musicale Fiorentino, diretti dal celebre Zubin Mehta.
Lo sprone, soprattutto a Gorizia, è a valorizzare i luoghi nei quali ci sono le possibilità di fare musica, dai teatri alle sale: «A Berlino – conclude – c’è la tradizione degli Hauskonzerten mentre da noi ci sono sale da 50, 100 o 150 posti che sarebbero perfette per proporre musica. Sono tutte grandi risorse!».
Un’ora e mezza di musica che ha saputo rapire uomini e donne di ogni età e di varie lingue sotto quel comune linguaggio che è la musica. E nemmeno la ripida salita al Monte Santo ha fermato i numerosissimi che hanno voluto seguire il giovane pianista goriziano classe 1994: dai concerti nelle sale della città fino alle luci della ribalta internazionale: un figlio che torna a casa e con i giusti onori.
Foto Jernej Humar.
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