Il commento
Futuro del poliambulatorio di Gradisca, quattro sindaci chiedono chiarimenti

I primi cittadini hanno firmato un documento nel quale è esposta la problematica relativa alla carenza di personale.
Sono preoccupati per il futuro dell’attuale Poliambulatorio di Gradisca d’Isonzo i quattro sindaci che hanno firmato un documento relativo agli investimenti nel prossimo futuro annunciati qualche giorno fa dalla giunta regionale anche per l’area dell’ex provincia di Gorizia. A firmarlo sono stati Linda Tomasinsig per Gradisca d’Isonzo, Stefano Turchetto per Farra d’Isonzo, Flavia Viola per Villesse e Michele Calligaris per Romans d’Isonzo.
“A seguito dell’incontro del 24 marzo 2022, così come a seguito delle risultanze mediatiche di analogo incontro avvenuto con i Sindaci del territorio del “Basso Isonzo”, è apparso ed appare evidente come l’intero monte investimenti del PNRR da destinare al territorio sia stato orientato, oltre che a Monfalcone e Grado, alle strutture presenti a Gorizia e Cormons”, scrivono i primi cittadini, preoccupati dal fatto che “alcun investimento del PNRR, occasione più unica che rara di investimento e sviluppo sulla medicina territoriale, è stato previsto né ipotizzato per quanto concerne, invece, le strutture presenti nel Comune di Gradisca d'Isonzo, che fanno da riferimento proprio per l’area di interesse degli scriventi Enti locali”.
Tra le criticità rilevate soprattutto l’assenza non solo dell’adeguamento delle strutture ma anche la necessità di aumentare il personale sul territorio. Di fatto, a Gradisca d’Isonzo e Farra d’Isonzo i medici di medicina generale ci sono, seppur lavorino con la soglia di 1800 pazienti ciascuno, mentre a Villesse e Romans d’Isonzo manca il medico ma vi è la presenza di un infermiere di comunità. Mentre, per quanto riguarda i lavori, Tomasinsig afferma di "non avere avuto ulteriori aggiornamenti da parte di Asugi circa i fondi per il completamento dei lavori al poliambulatorio di Gradisca".
il Poliambulatorio di Gradisca, pur essendo stato individuato nel piano illustrato a Gorizia quale sede di una Casa di comunità spoke, non è, in ogni caso, destinatario di risorse per adeguarne le strutture a quanto previsto dal PNRR. “Si evidenzia – scrivono i sindaci - che attualmente sono ancora in corso lavori di sistemazione “di minima”, iniziati nel 2018 per il collegamento delle due palazzine che ospitano il CUP, gli ambulatori e le sedi di MMG, pediatri di libera scelta nonché i medici di continuità assistenziale.
I lavori finora eseguiti presentano numerose criticità tanto che si è appreso che a termine dei lavori non sarà possibile utilizzare i nuovi spazi realizzati causa carenze nelle condizioni di sicurezza antincendio e nell'adeguamento delle barriere architettoniche. A seguito dell'incontro di Gorizia non sono state date garanzie rispetto alla copertura finanziaria dei nuovi, necessari interventi ma soprattutto non sono state fornite evidenze della funzionalità degli spazi che si verranno a creare rispetto alle necessità e agli standard del PNRR nazionale”.
Anche qui, come già scritto più volte per altre zone del Goriziano, il problema dei medici di medicina generale rimane molto presente. “Sino ad ora – chiedono - non è mai stato chiarito quale sia il ruolo dei medici di medicina generale nel processo di riforma. Si deve considerare che l’oggettiva carenza di professionisti costituisce criticità in relazione alla necessità di garantire sia il presidio a livello dei singoli Comuni, che le adeguate sinergie tra i MMG stessi e le equipe operanti nelle case della comunità”. Medici che, in quest’ultimo periodo, non solo chiedono trasferimenti ad altre sedi o altri incarichi, ma ai quali viene aumentato progressivamente il massimale di assistiti. “Una soluzione improponibile – concludono – sia dal punto del medico sia da quello del cittadino, con rischio di un’accettabile scadimento della prestazione e sempre maggiore ed evidente malcontento anche da parte degli stessi operatori”.
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