LA NOTA
Futuro del Darus Salaam dopo il decreto tavolare, Moretti: «Fasan e Cisint affrontino il tema»

Il dem, «il Comune non diventi un intermediario immobiliare e non faccia ostruzionismo in tema di libertà religiosa».
Dopo l’emissione del decreto tavolare regionale, il futuro dell’immobile di via Duca d’Aosta gestito dalla comunità islamica dell’associazione Darus Salaam, fa ancora discutere.
«Dopo averne paventato la vendita, adesso l’ex sindaca Cisint dichiara che l’ex Centro islamico Darus Salaam, non una moschea è bene ribadirlo, ma un centro culturale, divenuto abusivo a seguito della sentenza del Consiglio di Stato, sarà destinato a spazio pubblico, per il sociale» afferma il consigliere comunale del Pd, Diego Moretti.
«Fa piacere che ci sia arrivata anche Cisint, perché è quello che stiamo dicendo da giorni, quando ci siamo opposti alla possibilità, data dalla recente legge regionale “salva casa”, che il Comune avrà di poter vendere un immobile nel frattempo divenuto abusivo» continua Moretti.
Per il dem si tratta di «una palese distorsione, che trasforma la funzione di un ente pubblico in un intermediario immobiliare».
«Lasciando ogni altra considerazione di tipo politico, rimane della sentenza del Consiglio di Stato, anche un’altra parte che l’Amministrazione comunale dovrebbe affrontare, senza fare finta di niente: la parte nella quale dove il Consiglio di Stato inviata il Comune a non fare “ostruzionismo” in tema di libertà religiosa, un tema di valenza costituzionale» precisa Moretti.
«Anziché prendersela con l’avvocato della controparte che fa il suo mestiere o tentare strade fuori dal suo Comune, la consigliera delegata e il sindaco affrontino questo tema» conclude.
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