Raid di furti in casa senza sosta, colpi nella notte a Chiopris Viscone

Raid di furti in casa senza sosta, colpi nella notte a Chiopris Viscone

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Raid di furti in casa senza sosta, colpi nella notte a Chiopris Viscone

Di Redazione • Pubblicato il 31 Ott 2022
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Nuovi colpi messi a segno o tentati nel comune, il Sim: «Carabinieri sotto stress»

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Prosegue l'ondata di furti a cavallo tra la provincia di Gorizia e Udine. Nella notte tra venerdì e sabato, sono stati almeno nove i casi - tra quelli messi a segno e quelli non realizzati - sul territorio comunale di Chiopris Viscone. Nel piccolo comune friulano, i ladri avrebbero visitato quattro abitazioni a Chiopris e cinque a Viscone, interessando anche case nei centri abitanti e non solo in aree isolate. In almeno un caso, i colpevoli sono stati messi in fuga dall'antifurto.

Nel frattempo, il Sindacato autonomo militari carabinieri (Sim) prende posizione e denuncia carenze nell'organico. "Città come Udine e Trieste - riporta una nora - registrano una escalation di reati anche in pieno giorno. A Monfalcone, il centro cittadino è presidiato costantemente dalle forze dell’ordine. Nel frattempo, i paesi lontani dai grossi centri abitati sono in balia dei furti e le case vengo razziate una dopo l’altra. In questo allarmante contesto il personale delle forze dell’ordine è però sempre lo stesso".

La sigla punta il dito verso "turni discontinui in fasce orarie prevalentemente serali e notturne, con riduzione delle licenze, senza la fruizione del riposo e, addirittura, senza avere la possibilità di un adeguato e previsto recupero psicofisico tra un turno e l’altro. Il carico di lavoro porta inevitabilmente ad una vulnerabilità emotiva del personale: irritabilità, ansia, sbalzi d’umore, introversione, stanchezza e, non ultimo, problemi di relazione con i colleghi". Situazione che, rimarcano, dovrebbe essere regolata dall'Accordo quadro europeo del 2004.

Il Sim del Friuli Venezia Giulia, pertanto, "chiede alla propria scala gerarchica di non giocare ad 'asso piglia tutto' sulla pelle dei propri militari, ma di coordinarsi invece con le altre forze dell’ordine sul campo, e di chiedere l’intervento di ulteriori rinforzi, in maniera da sgravare il carico di lavoro a tutti. Nelle dovute sedi, in occasione delle riunioni di coordinamento, è necessario effettuare una attenta strategia di pianificazione sulla disponibilità reale di personale qualificato, tenendo conto che si parla di donne e uomini. Non di macchine".

"Non è la prima volta - ancora la nota - che segnaliamo la mancanza dell’obbligatoria valutazione dei rischi connessi allo stress lavoro correlato, le richieste d’impiego che questa associazione registra a danno di comandi con poche unità di militari (4 militari) evidenziano una preoccupante indifferenza sul benessere psico-fisico del personale". Da qui, la speranza che "il comando generale stia già lavorando all’adempimento degli obblighi di legge sulla valutazione dello stress da lavoro correlato, e che promuova, sin d’ora, iniziative mirate ad un controllo responsabile e umano sul continuo aumento delle richieste d’impiego".

Foto d'archivio

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