Furfaro chiede più attenzione per il santuario della Marcelliana di Monfalcone

Furfaro chiede più attenzione per il santuario della Marcelliana di Monfalcone

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Furfaro chiede più attenzione per il santuario della Marcelliana di Monfalcone

Di Redazione • Pubblicato il 05 Nov 2021
Copertina per Furfaro chiede più attenzione per il santuario della Marcelliana di Monfalcone

La consigliere comunale sottolinea una mancanza di attenzione da più di quarant'anni nei confronti di uno dei santuari più frequentati del Territorio.

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Tra i santuari più visitati dell’Arcidiocesi di Gorizia, specialmente per le terre della Bisiacaria, c’è sicuramente quello monfalconese dedicato alla Beata Vergine Marcelliana. “La cosa non è di poco conto, anzi. Peccato che a nessuna amministrazione comunale, almeno tra quelle che si sono avvicendate negli ultimi 40 anni, ciò abbia destato interesse alcuno”.

A lanciare l’accusa è la consigliere comunale Annamaria Furfaro della lista civica La Nostra Città. “Nessuna delle varie amministrazioni passate nè quella attualmente in carica, ha concepito un piano regolatore volto a mettere in sicurezza l'area che circonda il santuario stesso creando così una zona cuscinetto per tutelare dignitosamente l'importante luogo di culto. Al contrario, negli anni sono stati edificati capannoni, pompe carburanti, autolavaggi e supermercati”.

Ciò avviene in una Monfalcone dove, ad oggi, ci sono 80mila metri quadri di capannoni dismessi in vendita, senza contare quelli oggetto di fallimenti o tenuti vuoti. “A proposito di supermercati, tra le mie prime interrogazioni ne presentai una riguardante l'imminente trasferimento della COOP 3.0 da via Colombo ad un nuovo capannone che di lì a poco fu edificato proprio davanti la chiesa. Questo per capire e rendere finalmente pubblico l'iter di come si fosse potuto arrivare a tanto”.

“Neppure, però, l’Amministrazione Cisint, che si dice così attenta all’identità, ha tenuto in debito conto la presenza di un santuario. Infatti, ha edificato in modo permanente nel vicino ex cimitero (che non a caso era stato denominato "parco della rimembranza"), aree di sgambamento per cani, percorsi sportivi e parchi giochi con "effetti collaterali" di recente memoria”, prosegue Furfaro.

La consigliere non tralascia nemmeno di puntare il dito contro l’angolo tra via Grado e via Manlio, dove “sussiste da anni una discarica a cielo aperto inerente a una nuova attività commerciale che prevedeva luoghi di ristoro e ricreazione, con piscina per il divertimento dei bambini, il tutto ad una ventina di metri di fronte al santuario”.

Problema anche per quanto riguarda i parcheggi antistanti l’edificio sacro. “Almeno questa Amministrazione avrebbe potuto mettere il disco orario su tutti gli stalli, così da evitare che lì stazionino per giorni di fila i furgoni delle ditte e per intere giornate le automobili degli operai. Oltre alla perdita di una serie di contributi commerciali, la consigliere sottolinea “tutte quelle mancate occasioni per attribuire il giusto peso, il reale valore e visibilità a questo importante luogo di culto cattolico tanto caro a tutti i monfalconesi credenti e non. Se ciò fosse stato fatto, probabilmente oggi avremmo potuto beneficiare anche di un turismo religioso attirato dall'interesse storico del sito, con ovvie positive ricadute sul nostro territorio”, conclude Furfaro.

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