'Fuggiaschi', lo spettacolo che racconta i profughi del Litorale Austriaco nella Grande Guerra

'Fuggiaschi', lo spettacolo che racconta i profughi del Litorale Austriaco nella Grande Guerra

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'Fuggiaschi', lo spettacolo che racconta i profughi del Litorale Austriaco nella Grande Guerra

Di Redazione • Pubblicato il 23 Ago 2025
Copertina per 'Fuggiaschi', lo spettacolo che racconta i profughi del Litorale Austriaco nella Grande Guerra

Parte da Romans il racconto in forma di rappresentazione teatrale sui fatti del territorio. Appuntamento il 28 agosto.

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Nell’ambito di Romans Estate 2025, il 28 agosto, lo spettacolo teatrale Fuggiaschi di Paolo Patui scrittore e drammaturgo, promosso dal Gruppo speleologico di San Martino del Carso e dalla Fondazione Roberto Visintin, con la collaborazione del Comune di Romans d’Isonzo e di altri preziosi contributi, Associazione culturale Apertamente, Liberatorio d’arte e della Bcc della Venezia Giulia.

Scomparsi per decenni dai radar della storia, ignorati a lungo come si fa con un bubbone che non vorresti fosse esistito: questa è stata per molti anni la triste e ingiusta sorte dei profughi del litorale austriaco e non solo tra iI 1915 e il 1918.

Non se ne voleva parlare, né ammettere l'esistenza perché troppo scomoda la realtà di questi civili, che vennero sfollati dalle zone di combattimento sul confine italo-austriaco durante la Prima guerra mondiale e radunati all’interno di appositi campi profughi. Fortunatamente questo buco nero della storia è stato lentamente e pazientemente riempito da studi, esperti, appassionati, persone che non appena hanno scoperto le testimonianze e le memorie di questa realtà ne ha compreso il dramma e ha in qualche modo voluto ricostruirne le vicende.

Lo fa anche Fuggiaschi, uno spettacolo ideato, scritto e diretto da Paolo Patui, che avvalendosi di testimonianze storiche di vario tipo, sorrette da una drammaturgia fedele alle condizioni di queste persone, ne ha ricomposto la triste e angosciosa situazione.

Il reading, che si avvale anche delle preziose musiche scritte appositamente da maestro Juri Dal Dan eseguite dallo stesso al pianoforte con il contributo prestigioso di Francesco Bearzatti al clarinetto e Maurizio Ravalico alle percussioni, narra di ciò che si è pensato e vissuto sia dal punto di vista dell'Impero Asburgico, sia da quello degli sfollati del litorale del confine Austro-Ungarico che furono costretti a peregrinare a lungo all'interno del vasto territorio dell'impero, dall’Austria alla Cecoslovacchia, dall’Ungheria alla Romania.

I dialoghi scritti da Paolo Patui e le memorie che lo stesso autore ha scelto e montato in un collage teatrale, sono interpretate anche grazie al contributo di Marta Riservato e Francesco De Carlo.

Il disegno grafico è a cura di Simone Cassin e Riccardo Violino e per la stessa volontà degli autori cerca di uscire dallo scontato cliché di immagini d'epoca per animare e dare un contributo di modernità a questa ricostruzione della memoria che sorprendentemente propone numerosi punti di contatto con il nostro mondo e i nostri tempi.

Un importante contributo di consulenza storica è stato offerto dal professor Paolo Malni, ma un grande plauso va a Gianfranco Simonit che ha fortemente voluto questo spettacolo e ha fornito un materiale ricco, vario, raro e prezioso a chi poi lo porterà in scena.

Se lo spirito dell'evento non può ignorare le angosce, le sofferenze e i patimenti vissuti dai profughi sia alla partenza che al ritorno, che avvenne in territori distrutti e devastati, va anche detto che un'arma fondamentale al fine di reggere il peso di questa condizione venne affidata, come è giusto che sia, anche ai momenti di svago che venivano organizzati dagli stessi profughi all'interno dei campi in cui erano radunati.

Lo spettacolo non rinuncia allora a creare momenti di svago che furono essenziali per permettere la sopravvivenza di queste persone in una situazione così disagiata. Si debutta giovedì 28 agosto alle ore 20.30 in Piazza Giovanni Candussi a Romans d’Isonzo. In caso di mal tempo, stesso giorno stessa ora nella adiacente Sala Galupin.

È volontà dei promotori portare lo spettacolo anche in altre località del territorio regionale, per dare un contributo al rafforzamento della conoscenza della nostra storia attraverso le testimonianze e la memoria dei nostri nonni e bisnonni e nel contempo raccontare la tragedia di chi è profugo, perché, purtroppo, ancora oggi è una realtà vissuta da troppi esseri umani in ogni angolo del mondo. 

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