La pubblicazione
Franco Femia racconta la storia dei domenicani a Cormons

L'appuntamento è per giovedì 23 alle 20 nella chiesa di San Leopoldo. Il libro sarà presentato da Ivan Portelli assieme all'autore e a monsignor Mauro Belletti.
Nel Settecento Cormons poteva contare su tre ordini religiosi e su una trentina di sacerdoti regolari, anche se solo tre o quattro erano dediti alla cura d’anime. I primi a insediarsi a Cormons furono i Cappuccini nella prima metà del Seicento, poi nacque l’istituzione delle Consorelle della Carità e della Dottrina cristiana e completarono il quadro i Domenicani. Di questa nuova vitalità religiosa, che portò alla costruzione delle attuali tre maggiori chiese, tratta il libro “Domenicani a Cormons - Storie e personaggi del Settecento e Ottocento” di Franco Femia, con prefazione di monsignor Mauro Belletti, edito dalla Società Cormonese Austria. Il libro sarà presentato giovedì 23 settembre, alle 20, nella chiesa di San Leopoldo, da Ivan Portelli con interventi anche di Belletti e dell’autore. Sarà possibile seguire l’incontro anche in streaming su canale you tube ChiesaCormons o sul sito della parrocchia.
La location dell’incontro non è stata scelta a caso: la chiesa fu costruita nella prima metà del Settecento, assieme al convento, proprio dai Domenicani e conserva ancora delle pregevoli opere d’arte come il coro ligneo di pregevole fattura e il “Transito di San Giuseppe”, quadro di autore ignoto.
Il libro di 120 pagine racconta, avvalendosi d’inediti documenti provenienti dall’Archivio dei Domenicani di Bologna, l’arrivo dei Padri predicatori grazie al lascito testamentario del barone Andrea Locatelli, morto nel 1701. Ma anche del fallito progetto dell’arcidiacono mons. Luca Del Mestri, che 50 anni prima aveva tentato di insediare i Domenicani a Cormons affidando loro la chiesa della Beata Vergine del Soccorso sul Quarin. Sono pagine di storia cormonese poco conosciuta, mai fino ad oggi oggetto di organici studi e di pubblicazioni. Nella memoria collettiva il convento e la chiesa di San Leopoldo - originariamente era dedicata anche a San Domenico - sono legate alla presenza dei Francescani della Provincia veneta, che vi risiedettero dal 1928 al 2007 e di cui sono ancora proprietari del convento e della braida. Poco nota è invece la storia precedente e questa pubblicazione intende coprire questa lacuna legando le vicende dei Domenicani a quelle delle Consorelle della Carità, di cui sostennero la nascita.
L’arrivo dei Domenicani a Cormons non fu salutato da squilli di tromba. Anzi dovettero combattere su più fronti per avere il via libera. La cospicua eredità lasciata da Locatelli ai frati predicatori innescò una serie di contenziosi che videro in prima istanza l’opposizione dei parenti del barone, che mai si sarebbero aspettati un testamento che li privasse di tutte le sostanze e poi tacitati grazie a una transizione stipulata con i Domenicani.
Gli oppositori più tenaci all’insediamento furono i Cappuccini che percorsero tutte le strade, fino a chiedere l’intervento della Congregazione dei vescovi, per impedire la venuta dei Domenicani temendo di perdere parte dei proventi derivanti dalla questua. L’autore del libro percorre, con dovizia di particolari, quegli anni che infiammarono la comunità cormonese perché, oltre ai Cappuccini, sulla vicenda intervennero più volte il Consiglio dei Dodici e il clero locale. Emerge così uno spaccato non solo della realtà religiosa ma anche sociale che si viveva a Cormons in quei primi anni del Settecento.
A corredo del libro una serie di immagini – la parte iconografica è stata curata da Giovanni Battista Panzera - alcune inedite tra le quali che testimoniano la presenza, fatto fino ad ora sconosciuto, di un ospedale-lazzaretto negli spazi esterni del convento.
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.
_6149ece27b8e0.jpg)


Occhiello
Notizia 1 sezione

Occhiello
Notizia 2 sezione
