LA SEGNALAZIONE
Fondo Amianto, la denuncia di Bullian dopo l’accesso agli atti dell’Inail: «Risorse congelate da oltre due anni ed erose dall’inflazione»

Il consigliere regionale di Patto per l’Autonomia ha ottenuto risposta dall’ente, soggetto erogatore dei fondi. Ne sono emerse, fa sapere, «informazioni sconfortanti e una situazione grave».
«Da oltre due anni il Fondo per le vittime dell’amianto – istituito con 20 milioni di euro all’anno per il quadriennio 2023‑2026 – è congelato: avrebbe potuto essere impiegato per effettivi benefici a favore delle vittime, mentre giace eroso dall’inflazione». Esordisce così la denuncia di Enrico Bullian, consigliere regionale di Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, che fa sapere di aver recentemente ottenuto risposta a un’istanza di accesso agli atti rivolta all’Inail, soggetto erogatore del discusso e famigerato Fondo, «dalla quale emergono informazioni sconfortanti».
Il consigliere regionale riporta nella sua nota che «la domanda per ciascuno degli anni 2023 e 2024 è stata presentata da una sola società partecipata pubblica (che verosimilmente è Fincantieri), mentre per il 2025 non è stata ancora presentata nessuna richiesta, dal momento che il termine scade il 31 gennaio 2026». «L’istruttoria, scrive Inail, ‘è sospesa a seguito delle comunicazioni della Commissione Europea in merito alla possibile natura di aiuto di Stato delle erogazioni a carico del Fondo […] Nessun indennizzo è stato erogato. Non è stata, pertanto, adottata alcuna delibera da parte del Consiglio di amministrazione dell’Inail in merito agli indennizzi da erogare a carico del Fondo e nessun indennizzo è stato liquidato’».
Una frase sullo stato di fatto che Bullian considera a dir poco «grave». «Nonostante la Legge abbia istituito, ormai due anni fa, questo Fondo da 80 milioni di euro complessivi, nessun euro è stato ancora erogato a causa della formulazione molto discutibile voluta dal Governo e dalla maggioranza nazionale di destra-centro, che ha scritto la norma sostanzialmente per farne beneficiare a Fincantieri – è quanto denuncia il consigliere regionale ed ex sindaco di Turriaco - infatti non ci sono richieste da parte di lavoratori o di eredi, ma solo di una ‘società partecipata pubblica della cantieristica navale’».
«Stiamo parlando di un’azienda i cui dirigenti hanno subito condanne definitive in sede penale per i decessi di lavoratori causati dall’esposizione all’amianto» incalza Bullian. Chi dovrebbe beneficiare del Fondo «sono le vittime e i loro familiari, non l’azienda all’origine delle malattie professionali: se i giudici hanno stabilito dei risarcimenti, quelli devono essere a carico esclusivamente dei responsabili o dell’impresa, senza la compartecipazione di un Fondo dello Stato – così ancora il consigliere regionale - è uno scandalo politico che il Governo non voglia uscire da questo corto circuito giuridico inaccettabile».
Un quadro di non operatività del Fondo rimasto immutato dopo due anni caratterizzati dalla «mozione unitaria che abbiamo fatto approvare nel Consiglio regionale del FVG, dalle numerose interrogazioni e gli ordini del giorno nei vari Consigli comunali», tutto ciò sostanzialmente a causa «dell’intervento della Commissione europea in riferimento alla possibile violazione delle norme sulla concorrenza, scrive sempre Bullian: «In altre parole, perché il Fondo può operare solo per le nostre società partecipate pubbliche e perché solo per quelle della cantieristica navale?».
Il consigliere di Patto per l’Autonomia conclude ricapitolando l’iter del Fondo: «Il Decreto Legge (poi convertito in Legge) che ha istituito il Fondo per le Vittime dell’Amianto risale al 30 marzo 2023: oltre due anni fa. Quel Fondo ad oggi non ha erogato un euro, ma ha bloccato risorse per 80 milioni per un quadriennio (2023-2026), con 20 milioni di € previsti per ciascun anno. Ciò significa che le risorse per il 2023 e 2024 (40 milioni di €) sono rimaste congelate e improduttive». Il suo giudizio conclusivo è che sia «surreale» che «dopo due anni da quel pasticcio il Governo di Destra-Centro non abbia la minima idea di come uscire dallo stallo. Riteniamo che il Fondo istituito nel 2023 non deve essere rivisto, deve essere cancellato, e le risorse vanno destinate al Fondo storico per le Vittime dell’Amianto (magari potenziandone i benefici diretti ai lavoratori esposti) o alla ricerca sulle malattie asbesto correlate e sulle possibili conseguenze derivanti dall'utilizzo dei materiali sostitutivi».
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