il nuovo cda
Fondazione Villa Russiz fuori dai guai dopo anni turbolenti, rilancio su vino e sociale

Antonio Paoletti guiderà il consiglio di amministrazione. Prestito da 3 milioni per aiutare le casse e ripartire con le attività.
Dopo quasi sei anni di commissariamento, quest'oggi si è insediato ufficialmente il nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione Villa Russiz. La storica cantina e istituzione sociale di Capriva del Friuli sarà così guidata dalla Camera di commercio della Venezia Giulia, direttamente nella persona del presidente Antonio Paoletti, affiancato che da cinque consiglieri: l’agronomo Giovanni Bigot; Denis Caporale, direttore generale dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale; il vicepresidente dell'ente, Gianluca Madriz; l’avvocato Ornella Lippi e l'ex presidente della Fondazione Carigo nonché ex sindaco di Moraro, Roberta Demartin.
Il numero due del gruppo sarà il sindaco di Capriva, Daniele Sergon. La squadra e gli obiettivi sono stati presentati questa mattina nella tenuta, ripercorrendo anche la storia degli ultimi anni, in particolare quelli che hanno visto al lavoro il commissario Gianni Mighetti, subentrato nel 2018 al predecessore Marco Craighero. Lo stesso anno, la Camera di commercio ha iniziato a valutare un proprio intervento, soprattutto a seguito delle voci di fallimento e dell’interesse di soggetti che attendevano solo quel momento per acquistare la Villa. Uno scenario che i diversi soggetti hanno voluto scongiurare, ma che si è scontrato con un grosso buco di bilancio.
A passivo, infatti, c’era un debito da otto milioni di euro accumulato nel tempo, soprattutto nei confronti di banche e Cassa depositi e prestiti. Situazione non gestibile a fronte di un fatturato da “solo” 1,2 milioni di euro all’anno. Da qui, l’impegno della Regione e dell'istituzione, che insieme sono riusciti ad alloccare circa un milione per far fronte alle paghe e ai creditori. È stato quindi approvato il prestito dalla giunta camerale per 3 milioni di euro, da restituire in 15 anni, che servirà a dare un primo slancio a questo lembo di Collio. Proprio la sua storia, che risale a oltre 150 anni fa, ha spinto gli attori coinvolti a fare tutto il possibile per non disperderla.
“Il primo intervento - ha evidenziato Paoletti - sarà in base alla relazione del commissario. Si valuterà la situazione economica e ci si muoverà in due modi”. Da una parte, ci saranno le attività legate alla cantina, su cui c’è già un contratto firmato nel 2019 con una grossa azienda della Toscana per la distribuzione dei vini in tutta Italia; dall’altra l’impegno con la Casa famiglia, che ad oggi ospita 13 ragazzi dai 3 ai 17 anni. Le loro sono situazioni di profondo disagio, arrivando qui per decisione del Tribunale dei minori di Trieste dopo aver tolto la patria potestà ai genitori. Proprio per aiutarli, c’è l’obiettivo di potenziare i percorsi di inserimento nel mondo del lavoro.
Una delle problematiche emerse negli anni è infatti quella della dispersione: una volta raggiunti i 18 anni, molti di questi giovani lasciano la struttura. Dandogli degli strumenti, però, si punta a farli rimanere in loco, nel settore enologico o del turismo su cui la stessa Villa vuole scommettere ulteriormente. La volontà è anche quella di ristrutturare alcuni immobili, creando delle strutture ricettive per inserire appieno l’area nei percorsi. In quest’ottica, si stanno già studiando dei pacchetti turistici con Msc Crociere e altre località regionali e, tra i primi eventi, lunedì sarà ospite l’inviato di Striscia la Notizia, Vittorio Brumotti, che si intratterà con gli ospiti.
Nata nel 1894 come istituto per bambini poveri, la Fondazione punta ora alla ripartenza. “Il nuovo cda ha grande competenza e una visione chiara - ha commentato Sergon - e la comunità di Capriva e del Collio sente questo posto come una colonna del territorio”. Parole di speranza sono state espresse anche dall’ormai ex commissario, mentre si conferma la decisione di non voler cedere alcun ramo dell’azienda. Ad oggi, questa realtà dà lavoro a 21 persone: nove in cantina, tre nella parte amministrativa e nove nel settore dell’educazione. Estesa su circa 100 ettari, Paoletti ha teso la mano anche verso il resto del territorio: “Vogliamo lavorare insieme alle altre cantine”.
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