la giornata
Folla a Nova Gorica, stretta a Gorizia: l'accoglienza dei due presidenti

Festa calorosa in Slovenia, molti divieti in Italia. Qualche cartello no green pass.
Non sono mancate le storie e i particolari attorno alla visita di Mattarella e Pahor. I presidenti della repubblica sono arrivati a Nova Gorica e Gorizia circondati da due diverse atmosfere, frutto della diversa organizzazione delle rispettive autorità: mentre nella città slovena non sono mancate bandierine e scolaresche, dall’altra parte il Quirinale ha limitato al massimo la presenza di pubblico, tanto da chiudere per qualche ora diverse strade della città. Cosa che non ha fatto piacere a diversi cittadini, visto anche l’orario.
Le limitazioni a via Garibaldi e corso Verdi, infatti, hanno bloccato alcuni genitori diretti verso le scuole di via Diaz, dove stavano uscendo gli studenti. In ogni caso, il passaggio dei due capi di stato in centro è stato veloce, arrivando da Salcano: pochi istanti a cui sono riusciti ad assistere anche alcuni spettatori, fatti passare in extremis sul lato di via Nizza e via Diaz, che hanno applaudito e salutato con affetto i leader. Tra loro, anche diversi studenti universitari dei poli cittadini, che hanno comunque capito le restrizioni.
Diversi giovani avevano colto già l’occasione in mattinata, cantando l’inno italiano a squarciagola all’arrivo di Mattarella in piazza Bevk. Nel frattempo, dall’alto, il tutto veniva tenuto sotto stretto controllo dai cecchini collocati sul grattacielo di Nova Gorica e dagli ultimi piani dei palazzi in corso Verdi. Misure straordinarie anche sul tetto della stazione Transalpina. Provvedimenti presi anche per fronteggiare possibili manifestazioni no green pass, annunciate online e temute come eco ai fatti di Trieste. Alla fine, è comparso solo qualche cartello di protesta.
Scene comunque ai margini delle celebrazioni, passate in sordina (nella foto). Sempre sul web, però, molti - soprattutto sul versante italiano - hanno lamentato l’esclusione del pubblico. Una nota che stona con l’immagine del 2016, quando gli stessi Mattarella e Pahor non si tirarono indietro dal salutare la folla venuta ad accoglierli fuori dal Teatro Verdi. Momento storico certamente diverso da quello attuale, ma il contrasto non è passato inosservato. In ogni caso, rimane lo spirito della giornata, dedicata a rafforzare l’unione tra le due città, anche come simbolo per l’Europa.
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