LA RICHIESTA
Fincantieri e sindacati convocati in Consiglio Comunale, la battaglia del Centrosinistra rischia di coinvolgere la Regione

Se la macchina non si attiverà entro il 26 ottobre dovrà intervenire l’assessorato agli Enti Locali. Moretti, primo firmatario, richiama il ‘Piano Monfalcone’ e la firma del Memorandum tra Italia e Bangladesh su migrazione e mobilità.
I consiglieri comunali di minoranza del centrosinistra di Monfalcone presentano una richiesta di convocazione del Consiglio Comunale dove si terrà l’audizione dei vertici aziendali di Fincantieri dello Stabilimento di Panzano, delle Rappresentanze Sindacali Unitarie, dell’amministratore delegato e del direttore generale dell’Azienda.Il documento è stato presentato il 6 ottobre scorso. La convocazione dovrà avvenire entro e non oltre 20 giorni dal deposito della richiesta. In caso contrario, secondo quanto previsto dalla Regione Fvg, sarà cura dell’Assessorato regionale agli Enti Locali convocare il Consiglio “in forza” del potere sostitutivo proprio dell’Ente di grado superiore al Comune come previsto dal comma 5 dell’articolo 39 del Tuel.
«La scorsa settimana, come sei consiglieri del centrosinistra abbiamo depositato la richiesta di convocazione del Consiglio – sono le parole del capogruppo del Pd, Diego Moretti - si tratta di una possibilità che il Testo Unico degli Enti Locali e il Regolamento Consiliare prevedono con la firma di almeno un quinto dei Consiglieri assegnati, La legge prevede che, in mancanza della convocazione, che ha carattere obbligatorio, può intervenire quale potere sostitutivo l’assessorato regionale di competenza».
I consiglieri Moretti, Giurissa, Morsolin, Percuzzi, Saullo e Bhuiyan Sani motivano la richiesta di inserimento nell’ordine del giorno dei lavori consiliari alla luce delle dichiarazioni pronunciate dall’Ad Pierroberto Folgiero in occasione della cerimonia di consegna della nave da crociera Star Princess. Secondo l’opposizione, dall’incontro potrebbe prospettarsi «un nuovo contesto per la città» e «le audizioni aiuterebbero tutto il Consiglio ad avere un quadro complessivo ed aggiornato della situazione».
«Vedremo cosa succederà – commenta Moretti - se cioè il presidente del Consiglio Bergantini, come accaduto nel precedente mandato, troverà carenti le motivazioni per non convocare, o se invece vi saranno le audizioni e così si potranno sentire direttamente dai soggetti interessati, azienda e sindacati, quello che finora abbiamo solo letto dai giornali. Ecco allora che l’Aula potrà avere una base di discussione oggettiva e non frutto della demagogia di chi, in questi nove anni di governo locale, non ha fatto altro che accusare “quelli di prima”».
Per il dem, rispetto al passato, vi sono due novità che vanno tenute in considerazione. La prima, risalente al gennaio 2024: la presentazione del “Piano Monfalcone” che, assieme al collega Enrico Bullian, è stato illustrato in Consiglio Regionale «nell’assoluta sordità dell’allora sindaca, che anzi snobbò la cosa, andandosene senza neanche ascoltare».
La seconda novità: la firma, a maggio scorso, del Memorandum tra il Governo Italiano e quello del Bangladesh su Migrazione e Mobilità da parte del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Dacca.
«Un tema che interessa direttamente e indirettamente la città» commenta Moretti secondo il quale sono due gli elementi da segnalare «in aperta contraddizione con la propaganda di questi anni dell’ex sindaca». Il primo riguarda il comma 1 dell’articolo 6 “Formazione per lo sviluppo delle competenze”, che prevede che «[…] le parti incoraggeranno la formazione per lo sviluppo delle competenze, inclusa la formazione linguistica». «Cosa che, a parte qualche intervento, il Comune di Monfalcone non ha mai voluto fare» rileva, critico, Moretti.
«Una formazione – specifica il Memorandum - professionale e civica dei cittadini bengalesi, al fine di promuovere il loro sviluppo di carriera, rispondere alle esigenze di professionisti qualificati richiesti dal mercato del lavoro italiano e facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in Italia».
L’altro aspetto «interessante» riguarda il tema delle rimesse dall’Italia dei lavoratori bengalesi. «L’articolo 7 del Memorandum – osserva ancora il dem - recita infatti che Italia e Bangladesh coopereranno per garantire che i lavoratori bengalesi possano inviare in Bangladesh, senza ostacoli, le rimesse derivanti dalla regolare attività lavorativa».
«Faccio allora una domanda a Lega e Fratelli d’Italia del Goriziano – chiede in chiusura - come la mettiamo con le dichiarazioni di questi anni di Cisint e Tubetti, che a più riprese le hanno contestate e ne hanno invocato il blocco ex lege? Forse è il caso che ne parlino con il Ministro dell’Interno del loro Governo e si mettano d’accordo tra loro, visto che Lega e Fratelli d’Italia sul tema hanno presentato una proposta di legge per limitarle fortemente».
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