Finardi a Monfalcone con la sua Euphonia suite: «Un gioco sul palcoscenico»

Finardi a Monfalcone con la sua Euphonia suite: «Un gioco sul palcoscenico»

La serata

Finardi a Monfalcone con la sua Euphonia suite: «Un gioco sul palcoscenico»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 24 Feb 2023
Copertina per Finardi a Monfalcone con la sua Euphonia suite: «Un gioco sul palcoscenico»

Stasera al Comunale lo spettacolo che diventa un flusso costante di musica portando al pubblico il nuovo disco del cantautore.

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Un flusso costante, continuo, unico di emozioni e di sensazioni. Si preannuncia così la serata al Comunale di Monfalcone con “Euphonia suite”, il concerto che unisce Eugenio Finardi, i sax di Raffaele Casarano e il pianoforte di Mirko Signorile. Un concerto-esperienza di grande energia ma anche di grande delicatezza e verità emotiva. Euphonia è una suite che incorpora i brani in un flow, un flusso ininterrotto che, attraversando vari stati emozionali, accompagna l’ascoltatore in uno stato quasi trascendentale. Il concerto è un’esperienza che va al di là della normale sequenza di canzoni: le fonde nell’improvvisazione con un lessico particolarissimo e intrigante.

Un progetto nato durante il primissimo periodo Covid che ha poi proseguito il proprio percorso sul palcoscenico diventando un gioco vero e proprio. “Ogni concerto di Euphonia – racconta Finardi – è diverso l’uno dall’altro. Non è un concerto di Finardi ma di tre musicisti che interagiscono tra di loro”.

Proprio durante i momenti più personali, durante il Covid, Finardi ha pensato di unire i brani dell’ultimo disco, Euphonia, appunto, in un unico flusso che diventasse “come una suite classica in cui le singola canzoni diventano un viaggiare a tappe attraverso la gioia e l’esplorazione di emozioni”, così Finardi.

Euphonia è stato come “un nuovo amore, una nuova gioia ed è bello vedere la gioia negli occhi del pubblico”, racconta il cantautore parlando delle esperienze già vissute con le altre uscite della Suite. Non un concerto ma un gioco: “Noi tre giochiamo costantemente con una tensione positiva e creativa che determina un’unicità tutta sua. I concerti, spesso, rischiano di diventare una liturgia costantemente uguale, con suoni, movimenti, luci e colori sempre uguali. A noi piace sbizzarrirci e far capire la tensione che esce dal palcoscenico”, conclude Finardi.  

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