La serata
'Fin che l’Arca va', Anffas ricorda Lorella Pagotto con uno spettacolo al Verdi

L’appuntamento è per sabato 10 maggio a Gorizia. Un appuntamento transfrontaliero che coinvolge anche Nova Goriza.
Un diluvio universale dei giorni nostri, dove a salire sull’arca di Noè possano essere anche le persone con disabilità. È la rappresentazione “Fin che l’arca va” che andrà in scena il 10 maggio alle ore 18 nella cornice del teatro Verdi, ideata dalla compianta Lorella Pagotto insieme all’operatrice del Centro diurno Laura Pino. A presentarla oggi durante la conferenza stampa che si è svolta in Sala Dora Bassi è stato il presidente di Anffas Gorizia Mario Brancati, che ha voluto sottolineare l’impegno dell’amministrazione comunale. «La manifestazione è resa possibile grazie al supporto del comune di Gorizia che ci offre il gratuito utilizzo del teatro – premette Brancati – oltre che al supporto della Banca di Cividale e a quello del Lions Club, con cui già Lorella Pagotto collaborava».
Sospese le attività teatrali durante il periodo del Covid, nell’anno della Capitale della cultura l’Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo (Anffas) non poteva che rinvigorirle, grazie alla storica collaborazione con le associazioni slovene. «Sono quasi trent’anni che collaboriamo assieme – prosegue – sia con attività teatrali sia con la marcia della solidarietà. Stavolta presentiamo lo spettacolo in ricordo della maestra Pagotto, che avrebbe voluto anticiparlo al 2024 per poi riprenderlo quest’anno. Purtroppo è venuta a mancare lo scorso anno, lasciando un vuoto immenso».
All’allestimento della commedia hanno preso parte gli operatori del Centro di via Forte del Bosco e quelli del Varstveno Delovni Center (Vdc), che insieme ai collaboratori Carlo Giorgio Lupi, Luca Sisto e Salvatore Zona - e con la partecipazione degli allievi della scuola primaria “Vittorino da Feltre” di Cormons - hanno realizzato una pièce in memoria della maestra e di Federico Paulini, al quale negli anni è sempre stata dedicata. La novità della marcia di solidarietà per il Go! 2025 è rappresentata dal luogo di ritrovo, stabilito simbolicamente in piazza Transalpina. Un percorso che intende coinvolgere l’intera cittadinanza, esteso non soltanto a quanti sono disabili ma a tutti coloro che lo desiderano. Dalla piazza i marciatori si dirigeranno verso il municipio di Nova Gorica, dove verranno accolti dal saluto del primo cittadino Samo Turel.
«C’è un carico emotivo particolare che accompagna lo spettatore – interviene il responsabile del Centro, Luca Balzeo – in quanto all’attività hanno preso parte anche i bambini della scuola in cui lavorava la maestra. L’obiettivo del nostro spettacolo è quello di promuovere la cultura inclusiva e sensibilizzare i giovani, oltre che proporlo come occasione d’incontro. Perché si sviluppano abilità diverse in lingue differenti». L’opera teatrale intende porre l’accento su tematiche di rilievo, fra cui alcuni diritti stabiliti dalla Convenzione delle Nazioni Unite. «Verranno letti alcuni articoli sui diritti per le disabilità – aggiunge – per offrire maggior comprensione di queste tematiche».
Attraverso l’espediente del diluvio universale si approfondiranno gli aspetti relativi alla piena integrazione del disabile e a una sua partecipazione attiva nella vita sociale. «Questo sarebbe il 35mo anno di marcia – sottolinea Maurizio Contino – se si esclude il periodo di sospensione per il Covid». L’evento si svolgerà il 14 settembre sviluppandosi fra Italia e Slovenia, concludendo in amicizia con una pasta asciutta offerta a tutti i partecipanti insieme a una maglietta a ricordo della manifestazione. «Collaboriamo da trent’anni con grande soddisfazione – ha osservato anche Šiban Zdenko, rappresentante dell’associazione di Stara Gora – e mentre i primi anni abbiamo realizzato due eventi teatrali distinti, quest’anno abbiamo pensato a un unico spettacolo che si terrà a Gorizia. Perché l’intenzione non è dividere, ma unire assieme».
Un’unione che sconfina e abbraccia generazioni diverse, come rimarca anche l’operatrice Ana Lukežič: «È un incontro fra bambini e adulti, persone normali insieme alle nostre, che sono più speciali e arricchiscono la vita quotidiana». A portare infine i saluti dell’amministrazione comunale è stato l’assessore al Welfare Silvana Romano, reduce dalla marcia dell’amicizia del primo maggio. «La prima marcia dell’amicizia fu nel 1976, mentre questa ha trent’anni. A dimostrazione di come i cittadini di Gorizia e Nova Gorica abbiano iniziato a incontrarsi molto prima dell’azione politica. Se oggi siamo così uniti è perché si è instaurato un percorso dal basso. Così è stato anche per i 10mila passi a Šempeter. Sono movimenti che sono sempre serviti a unire, nella disabilità come nella sanità. E il Gect ci ha insegnato proprio questo: che dobbiamo lavorare assieme», conclude.
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