Il festival Geografie riparte dai sogni a Monfalcone, folla per Paolo Crepet

Geografie riparte dai sogni a Monfalcone, folla per Paolo Crepet

l'inaugurazione

Geografie riparte dai sogni a Monfalcone, folla per Paolo Crepet

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 23 Mar 2023
Copertina per Geografie riparte dai sogni a Monfalcone, folla per Paolo Crepet

Lo psicologo e scrittore ha aperto ieri la kermesse, tendone gremito di pubblico: «Festival simbolo della città».

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È stato un inizio che ha visto partecipare il pubblico delle grandi occasioni, quello della quinta edizione del festival Geografie, inaugurato ieri sera in piazza della Repubblica a Monfalcone. L'evento organizzato dall'assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Fondazione Pordenonelegge, si è aperto con la presenza dello psicologo e scrittore Paolo Crepet. "La geografia non è solamente ciò che vediamo fuori dalle nostre città ma quello che riusciamo ad apprezzare al di fuori, nei nostri viaggi della mente e dell'anima" ha spiegato il sindaco Anna Maria Cisint nel suo saluto introduttivo.

Poi la parola è passata all'assessore regionale alla cultura Tiziana Gibelli che ha parlato della "Geografia nata per indicarci i confini superati e quelli da superare". "Territorio e cultura stanno insieme - sono le parole dell'assessore regionale al patrimonio Sebastiano Callari -, Geografie è un simbolo per Monfalcone dove si scrive la Terra". Quella terra fatta di incontri, riferimenti e coscienze come ha ricordato in seguito il curatore Gian Mario Villalta. È stata l'emozionatissima Valentina Gasparet ha introdurre Paolo Crepet, il primo e speciale ospite di questa rassegna.

Vista la sua lunga esperienza di vita e professionale, Crepet ha parlato del più grande dei sogni di tutti noi: l'amore. Per lo scrittore, l'amore entra in noi se si accoglie come dono, perchè amare significa "regalare il mondo", "regalare il sogno". "Noi dobbiamo andare oltre i nostri confini - sono le parole di Crepet - guardate il mondo, andate per il mondo. Vai, vedi, incontra magari anche sbagliando ma vuol dire che avrai amato". Poi il riferimento al vissuto della e nella tristezza. La causa? La rinuncia della felicità per godersi la comodità.

"È nelle mancanze che risiede la nostra virtù - spiega ancora lo scrittore - portiamo ancora dietro le ossessioni nate durante la pandemia. In verità non ci piace la libertà. Dobbiamo sempre dire tutto a tutti". Poi l'appello ai ragazzi invitati a non vivere la scuola come un talk show e ai genitori esortati a credere nei figli. Non sono mancate le critiche ai social media e al business degli influencer milionari. E ancora Crepet: "Ragazzi, voi siete in un grande momento di pericolo dovuto alla presenza e all'azione delle intelligenze artificiali".

Il piglio ironico e coinvolgente dell'ospite non ha distratto nemmeno un attimo il pubblico da sold out presente nella tensostruttura. L'inganno del "metaverso", l'importanza della lettura e dell'osservazione necessari per incrementare il proprio sapere, l'invito a "non essere sazi" e al fare domande sono stati altri degli ingredienti richiamati in poco più di un'ora di conversazione che è volata via in un attimo.

"Andate oltre ogni umana possibilità con una sana pazzia. Vivere con sinestesia: questa è la geografie di un mondo infinito nel quale bisogna impazzire di gioia, bontà e gentilezza. Cercate la luna, prendetela non accontentatevi mai!" questo è stato l'appello finale. Dal palco di Geografie, Paolo Crepet ci ha chiesto quindi di ritornare a sognare. È un diritto che riguarda tutti e solo così si potrà pensare di cambiare il mondo.

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