Festival del Folklore, la Parata fonde culture e tradizioni tra musica e colori sgargianti. All'Ecuador il Premio Simpatia

Festival del Folklore, la Parata fonde culture e tradizioni tra musica e colori sgargianti. All'Ecuador il Premio Simpatia

L'EVENTO

Festival del Folklore, la Parata fonde culture e tradizioni tra musica e colori sgargianti. All'Ecuador il Premio Simpatia

Di FEDERICO DE GIOVANNINI & ENRICO VALENTINIS • Pubblicato il 31 Ago 2025
Copertina per Festival del Folklore, la Parata fonde culture e tradizioni tra musica e colori sgargianti. All'Ecuador il Premio Simpatia

Cinquecento i danzatori che alle 19 di sabato 30 agosto hanno sfilato da corso Italia fino a piazza Vittoria. Il presidente di Etnos Minniti, «pubblico coinvolto con entusiasmo e calore».

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Poco prima delle ore 19 di ieri, sabato 30 agosto, lo spazio antistante l’ex Palazzo della Provincia in corso Italia era un vero e proprio caleidoscopio: di costumi e ornamenti dai colori sgargianti, di persone che danzano e cantano al suono di violini, tamburi e duduk armeni, giunte qui a Gorizia per incontrarsi, scambiarsi e condividere il loro patrimonio di affascinanti storie e tradizioni lontane.

Motori accesi, dunque, per la 58esima Parata Internazionale del Festival Mondiale del Folklore: la nuova formula di cinque giornate della storica rassegna organizzata da Etnos Odv ha spostato al tardo pomeriggio di sabato l’usuale sfilata per le vie del centro cittadino. Dall’ex provincia attraverso corso Verdi e fino a piazza della Vittoria, dove a ogni gruppo è stato consegnato l’attestato di partecipazione e dove, dalle 21, ciascuna formazione si è esibita singolarmente, fino al momento culmine dell’assegnazione del Premio Simpatia.

Molte le persone che hanno assistito al variopinto passaggio della quindicina di gruppi folkloristici, per un totale di circa cinquecento danzatori. Da Ecuador, Papua Nuova Guinea, Kirghizistan, Armenia, Cipro Nord e Portogallo sono arrivati i partecipanti internazionali; dalla vicina Slovenia, le due formazioni “Na Placi” di Šempeter pri Gorici e “Kal Nad Kanalow” di Kanal ob Soci. Diversi, poi, i gruppi del Friuli Venezia Giulia (da Capriva, Sesto al Reghena, Pagnacco, Maniago, Aviano e Tarcento), con anche un assaggio delle tradizioni di altre regioni grazie agli Sbandieratori di Cori (Latina) e a una formazione della Sardegna.

Già prima della partenza, diversi sono stati i curiosi ad avvicinarsi alle formazioni partecipanti e ad assistere alle “prove” delle loro coreografie. Non hanno potuto non destare interesse i ritmi e gli enormi copricapi di piume dell’Opaina Cultural Group, l’ensemble che ha fatto conoscere a Gorizia le tradizioni del popolo Mekeo, una delle centinaia di tribù con propria lingua e usanze che abitano la vasta isola della Papua Nuova Guinea. Francis, il capogruppo, ci ha spiegato che porteranno in scena «una tipica danza del nostro villaggio che eseguiamo in occasioni speciali: feste, matrimoni, cerimonie funebri». Il gruppo, racconta, è partito a fine luglio dalla Provincia Centrale per raggiungere Parigi e da un mese è in tournée tra vari festival folkloristici in tutta Europa: «È la prima volta che veniamo in Europa. Per noi è meraviglioso incontrare le sue culture e poter diffondere qui anche la nostra identità».

Poco più in là, l’acceso giallo degli abiti kirghizi e l’intensa palette di rosso, arancione e colori caldi del gruppo armeno “Mush” di Yerevan si incontrano per conoscersi e per scattare assieme delle foto di gruppo. «La nostra performance parla delle tradizioni legate ai nostri antenati nomadi e al loro rapporto con la natura che ha favorito un maggiore senso di comunità fra le persone - spiegano le giovani danzatrici dell’Ensemble Adis di Bishkek, la capitale del Kirghizistan – valori come la bellezza e l’indipendenza femminile, il rispetto e l’ospitalità sono molto radicati nella nostra cultura». I festival, aggiungono, sono «la migliore occasione per creare legami»; valore aggiunto, nel caso di Gorizia, «la vicinanza al confine con la Slovenia».

Non sono mancati, come già detto, gli italiani, rappresentati da realtà che spaziavano dalle nostrane campagne friulane ai tipici costumi sardi. «Siamo uniti dalla cultura e dalla passione per il folklore – racconta una figurante del G.F. Santa Lucia di Sesto al Reghena – questa è un’occasione preziosa per tendere la mano a tutti i gruppi qui presenti e celebrare insieme le nostre meravigliose tradizioni».

Non nuovo, infine, alla città il “Grupo Folklòrico Tungurahua”, proveniente dalle pittoresche montagne dell’Ecuador: «Conosciamo Gorizia dal 2000 e, già allora, portammo a testa alta la nostra cultura coloratissima. Oggi siamo tornati, per la seconda volta, con lo stesso orgoglio e lo stesso rispetto» racconta con fierezza uno dei membri. E proprio la colorata formazione ecuadoregna è stata insignita, durante la serata, del Premio Simpatia: le loro coreografie rotanti, allegre e coinvolgenti hanno conquistato in questi giorni il pubblico goriziano, “giuria” chiamata ad assegnare il riconoscimento.

Oltre che incuriositi, i numerosi spettatori sono rimasti colpiti dal significato profondo del festival. «Un’occasione concreta per comprendere le diversità che, in realtà, uniscono le culture - afferma Michele, di passaggio durante la parata - Eventi come questo dovrebbero essere ricordati ogni giorno, per imparare a superare i divisionismi tra i popoli». Impressioni più che positive anche da parte del presidente dell’associazione Etnos Stefano Minniti, che si è detto pienamente soddisfatto: «Un evento riuscitissimo, molto apprezzato dai nostri cittadini. Nonostante l’improvviso acquazzone a fine serata, i gruppi hanno continuato a ballare, coinvolgendo il pubblico con entusiasmo e calore. È stata, senza dubbio, una delle serate più belle vissute in città negli ultimi anni» conclude.

Foto 6-7 (in galleria) Sergio Marini 

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