Redipuglia, «Festa della Repubblica come il 1946, serve la responsabilità di tutti per la ripartenza»

Redipuglia, «Festa della Repubblica come il 1946, serve la responsabilità di tutti per la ripartenza»

La cerimonia

Redipuglia, «Festa della Repubblica come il 1946, serve la responsabilità di tutti per la ripartenza»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 02 Giu 2021
Copertina per Redipuglia, «Festa della Repubblica come il 1946, serve la responsabilità di tutti per la ripartenza»

A rappresentare le istituzioni il ministro per i rapporti col Parlamento Federico D'Incà che ha sottolineato la necessità di un'unione di responsabilità delle varie forze politiche a 75 anni dalla fondazione della Repubblica.

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Due giugno in forma ridotta al Sacrario Militare di Redipuglia, con la presenza del ministro per i rapporti con il parlamento Federico D’Incà. Ad ospitare la cerimonia il Piazzale delle Pietre d’Italia mentre la deposizione della corona è avvenuta in forma estremamente privata ad opera del ministro, del sindaco di Fogliano Redipuglia, Cristiana Pisano, del prefetto di Gorizia Raffaele Ricciardi e del vicecomandante per il territorio delle Forze operative nord dell'esercito, generale di brigata Ugo Cillo all’interno del Sacrario, ancora chiuso in attesa degli appositi collaudi per l’attesa riapertura. Di fatto, sono tante le persone, famiglie e singoli, che si sono recati nelle pertinenze del monumento con la speranza di poterlo visitare. Evenienza ancora non possibile e per la quale sarà necessario attendere, secondo le ultime indiscrezioni, almeno l’autunno.

Tornando alla cerimonia, il ministro ha rimarcato, a margine, come il 2 giugno di quest’anno sia simile, per certi aspetti, al 2 giugno 1946. “Festeggiamo i 75 anni della Repubblica in un giorno che ha molte similitudini con il 2 giugno di quell’anno”, ha precisato D’Incà. “Si usciva da una guerra terribile che aveva coinvolto milioni di nostri connazionali e il Paese era in ginocchio. Noi oggi usciamo da una pandemia con il Paese che si sta risollevando. C’è la responsabilità di tutte le forze politiche che devono essere unite insieme non solo nella campagna delle vaccinazioni ma anche nei vari piani di ripresa del Paese. Ora come allora si guarda al futuro delle prossime generazioni. Ci deve essere una responsabilità comune nel Parlamento per portare a termine una lunga serie di riforme che non sono state fatte nel passato, riforme che devono passare attraverso il Parlamento che deve avere la forza e la determinazione di tutti i parlamentari”.

A fargli eco anche il vicegovernatore con delega alla salute, Riccardo Riccardi. “La Festa della Repubblica mette insieme le istituzioni e ricordano il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà. Oggi diventa ancora più importante perché ricordiamo i caduti e immaginiamo che queste limitazioni delle libertà e questa pandemia siano lasciati alle spalle. Dipende da tutti noi, dalla disponibilità ad aderire alla campagna vaccinale e a rispettare le regole”, così Riccardi.

“È stato giusto organizzare ugualmente la cerimonia nonostante le restrizioni – ha precisato il sindaco Cristiana Pisano – e in una forma più ridotta per dare un segnale di ripartenza alla comunità che è molto legata alle cerimonie che si tengono al Sacrario di Redipuglia il 2 giugno e il 4 novembre. Un legame forte con la storia tanto che ieri sera con una seduta straordinaria del consiglio comunale abbiamo conferito la cittadinanza onoraria al milite ignoto”, ha concluso Pisano.  

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