LA PROPOSTA
Dalla ‘Festa Diocesana dei Popoli’ l’idea di «un tavolo intercomunale con Regione e Fincantieri» per un’integrazione possibile

A Staranzano il vertice conclusivo. Migranti, pace, convivenza e incidenza delle comunità straniere al centro del dialogo tra Comuni, Chiesa locale, Caritas e Fondazione Migrantes.
Insieme: Fondazione Migrantes, Caritas Diocesana, quattro Unità Pastorali Parrocchiali e quattro Comuni riuniti per ragionare su quanto promosso nei dialoghi preparatori all’evento conclusivo della “Festa Diocesana dei Popoli” in modo da ragionare sui percorsi volti alla costruzione dell’integrazione e alla promozione della pace. Ieri sera, a Staranzano, c’è stato l’incontro di sintesi su quanto è avvenuto nelle scorse settimane in vista del culmine delle iniziative che terminano oggi, sabato 21 giugno, nel centro cittadino della località bisiaca con la “Passeggiata per la Pace”.
Al tavolo di confronto erano presenti monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara – Comacchio nonché presidente della Fondazione Migrantes e i sindaci di Monfalcone, Ronchi, Staranzano e San Canzian d’Isonzo. Tra i relatori ha partecipato anche Salvatore Ferrara, giornalista della nostra testata. Ha moderato la collega, Gioia Meloni.
Ad aprire l’incontro è stata una sintesi sui tantissimi temi affrontati nei dialoghi degli scorsi giorni. Ve ne proponiamo i principali: scarsità di progettualità sulle migrazioni, esperienze e testimonianze a confronto, inverno demografico, manodopera dall’estero, accoglienza, diritti, costo del lavoro, speculazione edilizia, ideologia, dialogo interreligioso, rete tra parrocchie ed enti, influenza dei media sulla paura del diverso, incidenza “ad ampio raggio” delle comunità straniere sul territorio e lo sport come strumento di promozione dell’inclusione sociale.
Ci si è interrogati sul “Come costruire?” cominciando dal chiedersi se esiste una convivenza che sta alla base di tutto e se essa è concreta, sofferta o inesistente. Partendo dal fatto che socialità e inclusione non vanno intesi direttamente per assimilazione, consci dei conflitti in corso, della crisi climatica, dell’instabilità internazionale e delle migrazioni forzate che aumentano le disuguaglianze e fanno diminuire la solidarietà, i componenti del tavolo hanno illustrato situazioni e iniziative proprie dei loro contesti di riferimento.
Monsignor Perego ha parlato di «migrazione intesa come mobilità». Una mobilità interna ed esterna, verso l’Italia e dall’Italia verso il resto del Mondo. Un Mondo «variegato di cui non vengono raccontate molte presenze e realtà». Il presidente di Migrantes ha poi rilevato «la mancanza di un governo vero delle migrazioni» e delle ricadute sul territorio che non provengono solo dall’esterno ma si manifestano anche internamente.
Quanto agli amministratori, il sindaco di Staranzano ha richiamato l’articolo 3 della Costituzione e chiesto che si evitino polarizzazioni sul tema. «Per spianare la strada all’integrazione – queste le sue parole – bisogna lavorare in modo da rendere possibili percorsi di collaborazione, favorire la crescita umana e considerare le persone straniere come una risorsa futura».
Va detto che all’incontro non hanno preso parte – almeno non in maniera evidente, eccetto qualche intervento manifestatosi a margine della serata – esponenti delle comunità straniere. Assente quella bengalese, la più significativa presente a Monfalcone che conta un totale del 31% di stranieri. «Bisogna essere in due per integrarsi – sono le parole del primo cittadino di Monfalcone, Luca Fasan – bisogna essere in due per discutere ai tavoli». Dal suo intervento è emerso il richiamo all’Area Vasta necessaria per «soccorrere Monfalcone che non sostiene più la situazione». Una considerazione che ha portato a riflettere su come gestire la questione per programmare il futuro in senso di ampiezza territoriale.
Differente la situazione di Ronchi presentata dal sindaco Mauro Benvenuto che ha parlato del 9% di presenza straniera caratterizzata da 60 nazionalità registrate in Comune (nel 2010 gli stranieri erano al 4%). Richiamati anche la significativa presenza della minoranza slovena in Italia che partecipa attivamente alla vita comunitaria e l’adesione al progetto dei Centri di Accoglienza Straordinaria «modello di accoglienza multidisciplinare». Un’esperienza, quest’ultima, sperimentata fino al 2015 a Terranova di San Canzian d’Isonzo dove i residenti di nazionalità estera sono circa 300, pari a quasi il 5% della popolazione. Su questa realtà ha relazionato il sindaco Claudio Fratta manifestando di aver contribuito negli anni a varie iniziative per favorire il processo di integrazione. «Si pensi al sostegno all’accoglienza scolastica, alle giornate di assistenza rivolte ai cittadini bengalesi per espletare le pratiche legate al lavoro e le partite di Cricket ospitate al campo sportivo di Begliano» così Fratta.
Tornando a Monfalcone dove la migrazione “di lunga data” incide in maniera significativa sul welfare comunale – un tema che la nostra testata ha sviluppato abbondantemente dal punto di vista cronachistico – Fasan ha domandato «cosa può fare tutta la comunità per il sistema» ritornando sulla provocazione del progetto di Area Vasta. «Facciamo un tavolo per riparlare di collaborazioni intercomunali? Dico no alla considerazione della questione come unilaterale».
Pare sia quindi emersa la disponibilità per continuare a ragionare su impatti e possibilità da fronteggiare ad un livello più ampio. Del fatto che i Comuni non possano accollarsi tutte le responsabilità, ne è ben conscio anche il sindaco Benvenuto che ha menzionato la possibilità di ragionare su «un tavolo intercomunale con Regione e Fincantieri per attuare una visione strategica sul futuro». Perplessità sono state manifestate da Fragiacomo non convinto da quelle che ha definito «genericità» illustrate dal collega monfalconese. «Monfalcone dimostri prima la volontà di dialogo» così il primo cittadino staranzanese. «Nessuno ha la soluzione perfetta, il problema reale è politico. Quale sostegno all’integrazione arriva dallo Stato a Monfalcone?» ha concluso monsignor Perego. Intanto sembra che proprio in seno alla Festa dei Popoli sia nata una proposta concreta in grado di coinvolgere Regione, Comuni, filiera produttiva e comunità. La stampa locale non mancherà di documentare sviluppi e risultati.
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