L'opera
Federica Lauto lancia il suo ultimo romanzo, tributo a Irène Némirovsky

Anteprima nazionale per l'opera storico-letteraria giovedì 19 al Salone del Libro di Torino.
Parigi 1942, Irène Némirovsky ha nove minuti per fare la valigia e lasciare un marito e due figlie, prima di essere deportata al campo di Auschwitz-Birkenau. In quel luogo, ogni notte, come un antidoto al dolore, la sua mente ripercorre l’infanzia vissuta a Kiev e a Mosca, l’esilio in Finlandia, in Svezia e il suo arrivo nella sognata e amatissima Francia.
Il romanzo biografico immaginato da Federica Lauto ci porta in un viaggio nel mondo interiore di una delle autrici più importanti e prolifiche del Novecento, i cui giorni si intrecciano con quelli della Storia con la “s” maiuscola: dalla Rivoluzione russa all’Europa degli anni Venti e Trenta, dalla salita al potere di Hitler allo scoppio della Seconda guerra mondiale. L’omaggio di Federica Lauto a Némirovsky si basa su una ricerca scrupolosa e accurata della vita e dei romanzi della scrittrice, da cui emergo- no i conflitti in famiglia, e in particolare con la madre, i successi e le delusioni professionali. Di Irène Némirovsky affiora e palpita, inoltre, il desiderio di appartenere ai luoghi in cui vive, e in particolare a Parigi, città che la farà sentire tanto amata quanto respinta, come una figlia accolta ma mai realmente voluta.
Uscirà il 18 maggio, dunque, il frutto del lavoro prodotto durante il primo lockdown, quello di marzo 2020 e sarà presentato in anteprima nazionale il 19 al Salone del libro di Torino. Nato, oltretutto, da una casualità: “Mi trovavo – racconta Lauto – alla stazione dei treni di Arezzo e non avevo con me alcun libro. Entrando in un’edicola ho trovato Suite Francese di Irène Némirovsky. L’ho letto d’un fiato e mi sono innamorata della storia dell’autrice”. Una ricerca appassionata, quella che è scattata da un incontro decisamente inaspettato. Ma che ha portato Lauto a modernizzare l’artificio retorico del ritrovamento di un manoscritto per iniziare la storia, narrata in prima persona da una stretta conoscenza della stessa Némirovsky, ovvero la nonna della protagonista. Che non fa altro che trascrivere il manoscritto narrando una storia di soprusi, di violenza e di deportazione. A lieto fine, per la nonna che scrive e lascia al tempo la decisione di quando rendere pubbliche le vicende, ovvero ritrovando il manoscritto, ma non per l’amica, Irène.
Va ricordato che Irène è ucraina, di Kiev. “Quando ho scritto il romanzo non pensavo che, nel giro di due anni, la situazione sarebbe diventata talmente drammatica da renderlo ancora più attuale. Non si pensava minimamente a una guerra che poi è arrivata”. Un romanzo che non precorre i tempi, insomma, ma che può fornire utili e diverse chiavi di lettura.
L’opera esce per “Le plurali”, casa editrice tutta al femminile, che pubblica libri di autrici per alimentare il dibattito femminista, con un’ottica inclusiva e intersezionale, provenienti da retroterra, paesi, esperienze diversi: manoscritti inediti, libri mai tradotti in Italia, ma anche pubblicazioni divenute introvabili, con una veste grafica accattivante e originale.
Federica Lauto ex-assessora alle pari opportunità di Grado, è scrittrice, psicoterapeuta, appassionata di canto e della sua laguna. Durante gli studi ha vissuto a Pado- va, dove ha lavorato per un servizio d’integrazione scolastica per bambini ipovedenti e con le sue gatte continua a viaggiare fra Grado e il Piovego. Federica è stata tra i partecipanti del talent-show per aspiranti scrittori Masterpiece, in onda su Rai Tre tra il 2013 e il 2014. Autrice della raccolta I racconti del viale (Cleup, 2016), sta lavorando al suo prossimo romanzo.
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.

Occhiello
Notizia 1 sezione

Occhiello
Notizia 2 sezione
