Il ritorno in classe slitta a febbraio, gli studenti di Gorizia si dividono sulla didattica in presenza

Il ritorno in classe slitta a febbraio, gli studenti di Gorizia si dividono sulla didattica in presenza

Oggi l'annuncio

Il ritorno in classe slitta a febbraio, gli studenti di Gorizia si dividono sulla didattica in presenza

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 04 Gen 2021
Copertina per Il ritorno in classe slitta a febbraio, gli studenti di Gorizia si dividono sulla didattica in presenza

I ragazzi chiedono certezze per il ritorno alle lezioni dal vivo, le loro reazioni dopo il rinvio della ripartenza a febbraio.

Condividi
Tempo di lettura

"Il Presidente Massimiliano Fedriga firmerà un'ordinanza, nella quale si prevede che il rientro in classe - per le scuole superiori - non sarà previsto prima del 31 gennaio". L'annuncio arriva dall'assessore all'Istruzione Alessia Rosolen, nella conferenza stampa di oggi che avrebbe dovuto fare il punto sul ritorno in classe della prossima settimana. Non sono bastati i tavoli in Prefettura degli scorsi giorni per cercare una soluzione al trasporto in sicurezza dei ragazzi. In ogni caso, i piani sono pronti, con tre possibili scenari: rientro al 50%, 75% o 100%. "Vogliamo dare la certezza dei tempi alle scuole - ha spiegato Rosolen -: non possiamo ripartire per poi richiudere. Lo abbiamo fatto in base ai dati della curva epidemiologica".

Tanti, ora, i pensieri diversi che affollano le menti degli studenti. "La scuola si è adattata meglio che ha potuto a questa situazione - commenta Martina Montico, rappresentante degli studenti al liceo scientifico Duca degli Abruzzi -. L’approccio ai problemi nella maggior parte dei casi è stato nebuloso e confuso, ma non mi sento di trovare un capro espiatorio, perché penso che nessuno avrebbe saputo come far fronte ad un’emergenza del genere. La didattica a distanza la vedo come 'l’ultima spiaggia', ovvero un modo alternativo per continuare a svolgere la regolare attività didattica in situazioni critiche. Personalmente penso che quest’ultima non potrà mai sostituire quella in presenza, sia dal punto di vista dell’apprendimento, che da quello umano".

Che ci siano stati problemi con la Dad non lo nega anche il suo "collega" di scuola, Marco Petronio: "Fare sei ore o più di scuola davanti ad un computer è un compito alienante e non sopportabile. Un conto è tenere quel tempo degli studenti in una classe, dove possono relazionarsi con gli altri; un altro è tenerli davanti ad uno schermo. Tutto ciò ha portato ad un malcontento generale sia per l'eccessivo carico di lavoro da affrontare stando davanti ad un pc, sia a numerosi problemi sia psicologico che fisici. Tanti, infatti, si sono dovuti mettere gli occhiali o hanno riscontrato problemi di schiena, a cui si aggiungono tutti i ragazzi che, a causa del distanziamento dalla scuola, hanno avuto anche problemi in ambito emotivo e psicologico".

Se per molti il ritorno in classe è quindi una bella novità, altri invece sono più cauti. "Questo ipotetico rientro è una mossa piuttosto azzardata - spiega Jairo Valdiviezo, studente al quinto anno dell'Ipsia Da Vinci -, quasi solo atta a pretendere che tutto stia per tornare alla normalità ma siamo ben lontani da questa idilliaca situazione. Molti ritengono che la didattica a distanza sia un sistema fallimentare ma non è assolutamente così, lo è invece la scarsa attitudine ad adattarsi ad un nuovo sistema per certi insegnanti e, difatti, con i docenti più giovani nessuno ha problemi. Fallimentare è la malizia degli studenti che sfruttano il muro dello schermo per poter copiare o simili".

Chi invece preferisce comunque le lezioni in presenza è Maurizio Zucchelli, al quarto anno dell'Iti Galilei, anche se andrebbe bene anche la soluzione "metà a scuola e metà a casa, a seconda delle diverse materie. Spero che a gennaio si torni effettivamente in presenza, altrimenti tanti miei compagni continueranno ad avere difficoltà". Qualunque sia la decisione, è che le cose vengano dette "per tempo, non vogliamo essere trattati come burattini - commenta Riccardo Louvier, rappresentante degli studenti al liceo scienze umane/linguistico Slataper -. Vogliamo sicurezza negli istituti e soprattutto nel percorso da casa a scuola, dove chi deve affrontare il tragitto è costretto a viaggiare ammassato sui mezzi pubblici dove non è possibile mantenere le distanze".


Nella foto, da sinistra a destra: Jairo Valdiviezo, Maurizio Zucchelli, Riccardo Louvier, Martina Montico e Marco Petronio.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione

×