Fasiolo critica sul Ddl 38: «Questione fotovoltaica complessa, necessaria attenzione al paesaggio»

Fasiolo critica sul Ddl 38: «Questione fotovoltaica complessa, necessaria attenzione al paesaggio»

Dal Consiglio Regionale

Fasiolo critica sul Ddl 38: «Questione fotovoltaica complessa, necessaria attenzione al paesaggio»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 03 Mar 2025
Copertina per Fasiolo critica sul Ddl 38: «Questione fotovoltaica complessa, necessaria attenzione al paesaggio»

La consigliere dem rilancia la necessità di un maggiore controllo «in tema storico e naturalistico». Aquileia e Romans esempi emblematici.

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Anche la consigliere regionale Laura Fasiolo si inserisce nel dibattito politico sulla questione della transizione energetica e degli impianti fotovoltaici. «L’emergenza climatica – scrive in una nota – richiede interventi urgenti che dovrebbero contemperare gli obiettivi regionali nazionali ed europei di decarbonizzazione ricorrendo all’energia e alle fonti rinnovabili, con la tutela del territorio, la protezione dei beni culturali e del paesaggio, la preservazione dei suoli agricoli e della biodiversità, la riduzione del consumo di suolo. Il DDL regionale 38 sul fotovoltaico si rivela uno strumento complesso e contraddittorio, presenta ancora molte criticità, che gli emendamenti che ho firmato hanno proposto di attenuare».

L’escalation di istanze per la realizzazione di impianti in Regione «necessita di un supporto della Regione ai Comuni che vanno supportati vista la cronica carenza di personale e la necessità di dare risposta a tante esigenze contrastanti, tutte ineludibili. Troppi i soldi in circolazione, gli interessi e le speculazioni di grandi società multinazionali che propongono offerte allettanti al punto da indurre i proprietari a cedere alle richieste di installazione di impianti. Se l’iter autorizzativo è snello per le aree idonee, ossia a destinazione industriale, commerciale, artigianale, parcheggi, siti di bonifica, cave siti ferroviari, società aeroportuali, zone agricole esclusive per fotovoltaico o biometano, il ritardo della cartografia per le zone non idonee e l’ambiguità del testo, vista la possibilità delle zone non idonee di trasformarsi in idonee di fatto, dopo una procedura più complessa e più lenta, il troppo tempo per l’approvazione della cartografia, comporta rischi ambientali troppo gravi che minacciano l’equilibrio ambientale. Basti pensare al comma 5 art.2 che indica che, se il progetto di impianto ad energia rinnovabile si trovi in un’area idonea per una parte e non idonea per un’altra parte, si applicherà la disciplina per le aree idonee».

Si tratta, per la consigliere, di un paradosso: «L'ambiente si difende attraverso la transizione energetica e il fotovoltaico dalla decarbonizzazione, ma le misure alternative si trasformano in un rimedio peggiore del male, si svelano per nulla tutelanti l'ambiente, l'agricoltura, la sicurezza dei centri abitati, la storia locale. Si legga il caso emblematico e scandaloso del parco fotovoltaico di Aquileia sito in zona archeologica».

Emblematico è il caso di Romans, con la conseguente petizione della cittadinanza, nel cui caso vengono «deturpati due lotti dal rilevante pregio agricolo, ambientale e paesaggistico per la comunità. Lascia fortemente preoccupati come il proliferare di progetti fotovoltaici a terra in prossimità di aree residenziali e unità abitative confligga con una serie di programmi legati ad attività culturali turistiche del tempo libero, tra cui, a Romans, il parco longobardo in prossimità dei previsti impianti. Le politiche energetiche devono essere coerenti con le esigenze delle realtà paesaggistiche urbanistiche agricole produttive, sociali e culturali del territorio. La Petizione del Sindaco di Romans Calligaris, che lamenta l'area destinata al fotovoltaico in contiguità alle abitazioni, in continuità con aree agricole irrigue con relativi impianti, con siti archeologici è più che giustificata, è doveroso prenderne atto», commenta ancora Fasiolo.

«Il FVG deve sì proseguire nel processo di decarbonizzazione e verso il potenziamento delle fonti rinnovabili ma non a spese dell'ambiente e a vantaggio di intermediazioni di colossi del business. Incommentabile l’espropriazione dei Comuni dei poteri, passivi esecutori delle trasformazioni del Territorio soggetto ad alto rischio di speculazioni di imprenditori, situazioni critiche incommentabili abbondano: Bicinicco, Paderno, Romans, Rosazzo, Brazzano, il no della comunità al parco fotovoltaico e una consistente raccolta di firme per l’impatto paesaggistico su un’area di pregio del Collio. Si tratta di un processo che avanza ormai senza pudore. Una valutazione severa, questa mia, che vede il Territorio e i territori coinvolti marginalmente e troppo in ritardo con ruolo di protagonisti. Gli emendamenti numerosi presentati in Commissione e quelli presentati in aula, segnalano la forte precarietà del DDL tanto atteso ma altrettanto criticato», conclude. 

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