In aula
Fasiolo e Bullian interrogano sulla sanità: «Stop fuga personale sanitario»
I consiglieri regionali del centrosinistra hanno chiesto chiarimenti e investimenti.
Tema sanità caro al centrosinistra in questi giorni nei quali, dal Consiglio Regionale, emergono una serie di interrogazioni e di atti. Va, infatti, nella direzione di diffondere e incentivare la cultura del dono del sangue e della solidarietà l’interrogazione del consigliere regionale del Patto per l’Autonomia – Civica Fvg Enrico Bullian, che porta all’attenzione dell’Aula la necessità di un nuovo “Piano Sangue del Friuli-Venezia Giulia”.
L’interrogazione, presentata oggi all’Aula, riprende l’ordine del giorno con primo firmatario Bernardis, accolto dalla Giunta regionale nel dicembre 2022 con l’impegno a valutare la possibilità di inserire nelle prossime misure contributive il sostegno ad iniziative dirette all’acquisto o al rinnovamento dei mezzi autoemoteca.
“Condivido le premesse dell’odg sulla diffusione della cultura del dono del sangue anche attraverso l’autoemoteca, mezzo che assicura un servizio territoriale capillare nei Comuni. Si pensi all’attuale unità mobile di raccolta regionale, intitolata all’indimenticato “Egidio Bragagnolo” già presidente di ADVS Gorizia, che è fondamentale presidio a disposizione dell’intera comunità regionale, in particolare del Goriziano e del Friuli Occidentale e nelle località montane della nostra regione”, spiega Bullian.
“Tuttavia, per quanto meritori, non è detto che i singoli interventi estemporanei possano garantire un’ottimizzazione del servizio trasfusionale regionale, a differenza di quanto potrebbe avvenire con un nuovo “Piano Sangue del Friuli-Venezia Giulia”. Da qui la richiesta all’Assessore Riccardi di conoscere le fasi dell’iter, e le relative tempistiche, che porteranno all’eventuale acquisizione ed entrata in funzione della nuova autoemoteca e di capire se c’è la volontà di avviare, con le varie associazioni di donatori, il nuovo Piano Sangue del Friuli-Venezia Giulia".
"La risposta dell’assessore, pur esaustiva, non ha fornito elementi certi sulle tempistiche in particolare; pertanto, assicuriamo di mantenere alta l’attenzione su un tema di fondamentale importanza per la salute delle cittadine e dei cittadini e che potrà riguardare anche collegate politiche di inclusione”, conclude.
Sul tema della fuga del personale sanitario, invece, parla Laura Fasiolo in quota dem. “L'allarme lanciato dai sindacati sui contratti interinali non confermati, che mette ancor più in difficoltà la sanità giuliano-isontina, non può passare inascoltato, ne va dei servizi di salute da garantire ai cittadini, ma anche del lavoro di 60 persone. La deriva della sanità pubblica va fermata e la Giunta Fedriga deve necessariamente invertire la rotta e trovare una soluzione». Fasiolo, componente della terza commissione salute, attraverso un'interrogazione ha portato in Consiglio il caso, denunciato da Fials, Cgil e Cisl, del mancato rinnovo contrattuale per 60 interinali impiegati fino allo scorso 31 maggio nell'Azienda sanitaria giuliano isontina (Asugi), chiedendo alla Giunta regionale quali contromisure intende adottare.
“Se il personale amministrativo è stato finora estraneo alla forte “emorragia” che riguarda medici e infermieri, così non è più per l’Isontino e per Trieste. Si tratta di ben 60 lavoratori interinali, in gran maggioranza nelle graduatorie dei concorsi, non riconfermati per i tetti di spesa non superabili. Ciò comporterà inevitabilmente ricadute, perché verranno meno professionalità maturate nel tempo e tempestività e continuità nei servizi, che non potranno rispondere con la stessa velocità e cadenza”.
Sullo stesso tema si dice preoccupato lo stesso Bullian. “Si tratta di una situazione seria che rischia di accrescere il disagio dei cittadini che in diversi casi negli ultimi tempi hanno indirizzato la loro rabbia proprio sugli operatori, sia sanitari che amministrativi. I casi di aggressioni ai danni del personale, che devono essere assolutamente condannati e che sono indicativi di una situazione che è sempre più complicata, si sono moltiplicati negli ultimi tempi. Gli operatori amministrativi, inoltre, alleggeriscono il carico di lavoro dei sanitari che di punto in bianco si ritroveranno senza un indispensabile supporto in un momento delicato in cui sono già provati a causa della prolungata emergenza sanitaria.
Ulteriori elementi di criticità sono la stagione estiva nel corso della quale i lavoratori dovrebbero poter fare le ferie, che ad oggi, però, ridurrebbero ulteriormente i servizi, e ci risultano tempi ancora troppo lunghi prima di poter vedere una luce in fondo al tunnel. Si parla, infatti, di un ipotetico sblocco di questa situazione alla fine del 2023-inizio 2024: ciò significherebbe mesi di uffici aperti a singhiozzo, aggravamento del problema del mancato rispetto dei tempi di attesa e disagi ai cittadini che, non trovando operatori allo sportello in grado di assisterli, si riverseranno negli ambulatori e nei reparti aggravando il lavoro quotidiano di infermieri e medici”.
“Il cortocircuito appare evidente – continua Bullian – in quanto non si rinnovano gli interinali per i limiti di spesa imposti dalla Regione alle aziende sanitarie, ma a questo si aggiungono le non assunzioni dirette dalle graduatorie esistenti (scelta preferibile in un’ottica di stabilizzazione del personale, risorsa sempre più preziosa che scarseggia). Inoltre, la creazione delle graduatorie ha sicuramente rappresentato un costo per bandire avvisi e concorsi ed espletare le relative prove".
"In questo momento vi sono diverse graduatorie in corso di validità che a nulla servono se da lì non si attinge per mantenere in servizio personale qualificato e già formato, che dopo due anni di lavoro e impegno nel pieno della pandemia è stato lasciato a casa dall’oggi al domani. Su questo riteniamo che la Regione debba intervenire e per questo prossimamente interverremo nelle sedi istituzionali opportune, interagendo con vari soggetti coinvolti”.
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