Farra, tre cervi uccisi dai cacciatori: scatta l'ira degli animalisti

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Farra, tre cervi uccisi dai cacciatori: scatta l'ira degli animalisti

Di Redazione • Pubblicato il 19 Dic 2022
Copertina per Farra, tre cervi uccisi dai cacciatori: scatta l'ira degli animalisti

Mara Piccin (Forza Italia) difende i cacciatori: «Caccia argina rischio di una proliferazione eccessiva».

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Tre cervi sono stati abbattuti recentemente nella riserva di caccia di Farra d'Isonzo, provocando la reazione contrariata delle associazioni animaliste. A prendere le difese dei cacciatori è la consigliere regionale Mara Piccin (Forza Italia), che in una nota ribatte come "si continua a confondere la favola di Bambi con la realtà". Dopo che la notizia si è diffusa, "sono partiti i consueti strali contro i cacciatori, sistematicamente criminalizzati e dipinti come sanguinari assassini seriali". La forzista si chiede se "ci siamo dimenticati di tutti gli incidenti stradali causati da animali selvatici che hanno provocato la morte o il ferimento di molte persone?".

L'esponente della maggioranza ricorda che "l'attività venatoria rappresenta, oltre alla legale azione di prelievo programmata e regolamentata da piani di abbattimento approvati e vidimati da istituzioni pubbliche, spesso, anche l'unico modo per controllare il numero di ungulati e arginare il rischio di una proliferazione eccessiva e pericolosa. Senza i cacciatori, cinghiali e altri ungulati aumenterebbero al punto da creare grossi problemi, oltre che per l'incolumità delle persone, anche per l'ambiente, devastando i boschi e le nostre colture e mettendo a rischio le nostre biodiversità".

"Mi rendo conto - prosegue - che si tratti di un concetto complicato da comprendere per gli ultras anticaccia, ma questa è la realtà". Nel 2019, Piccin ricorda l'approvazione del progetto di legge nazionale "di cui sono stata prima firmataria, finalizzato a modificare la normativa statale del 1992 per permettere ai cacciatori di attuare i pianinstraordinari in deroga a quelli di abbattimento per il controllo delle specie di fauna selvatica". Tre anni dopo, è arrivata una sentenza della Corte costituzionale sulla legittimità di una normativa delle Regione Toscana, dando "la possibilità ai cacciatori abilitati di partecipare ai piani di abbattimento".

"Ricordo altresì - si legge ancora nel comunicato - che il referendum per abrogare la legge 157 del 1992 sulla caccia è stato dichiarato inammissibile: a che scopo, quindi, ostinarsi a cercare di delegittimare la funzione regolatoria della caccia quando la battaglia è già stata combattuta e persa?. Le strumentalizzazioni per quanto avvenuto a Farra d'Isonzo - chiude Piccin - in linea con quelle che si verificano regolarmente in queste circostanze, non sono accettabili".

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