Farra d'Isonzo conta 1.655 abitanti, quasi metà hanno più di 65 anni

Guardando nel dettaglio, la popolazione è divisa tra 817 maschi e 838 femmine. Tra gli stranieri, la nazionalità più presente è quella rumena.

A chiusura dell’anno, la popolazione residente a Farra d’Isonzo ammonta a 1655 persone. Un dato che registra ancora una volta una flessione demografica, testimoniata anche dal saldo negativo tra nuovi nati e deceduti: se i primi sono stati 11, ben 28 invece sono i farresi venuti a mancare. Il primo dato, comunque, appare sopra la media degli ultimi anni, che si attestava sulle 7/8 nascite all’anno. Il saldo migratorio, invece, è in pareggio tra 60 persone trasferitesi qui e altrettante che hanno cambiato comune: 60.

Guardando nel dettaglio, la popolazione è divisa tra 817 maschi e 838 femmine. I fiocchi azzurri sono stati 8, a fronte di 3 rosa. Sono 67 invece le persone straniere, di cui 23 maschi e 44 donne. Una discrepanza data in gran parte per la presenza di badanti e colf, tanto che la nazionalità preminente è quella dalla Romania con 12 donne e solo 4 uomini. I residenti provenienti dalla Croazia sono invece 7; sloveni, slovacchi e serbi sono 6, gli ucraini 5. A seguire tutte le altre nazionalità, 21 in totale registrate in Anagrafe.

Guardando invece ai decessi, sono 19 gli uomini, a fronte di 9 donne. «Le strategie per spingere le nascite sono difficili da individuare - commenta il sindaco, Stefano Turchetto -, se non quelle da attuare per le famiglie giovani che fanno figli. Ci possono essere due modi: un'espansione edilizia che non rientra nei nostri programmi, o la messa a disposizione di edifici abbandonati o da ristrutturare, ma è una cosa su cui l’amministrazione non ha molti mezzi per agire». Il primo cittadino punta quindi sulla «attrattiva del paese come qualità della vita».

Turchetto guarda quindi al «potenziamento dei servizi, scuola, cura del territorio, opportunità di iniziative di svago. Al di là della bellezza del paese, un potenziale cittadino può essere attratto qui per la presenza di scuole e un’amministrazione propositiva. Lo squilibrio nel saldo naturale certifica che indici demografici pendono verso gli anziani, come sappiamo bene. Il nostro lavoro è cercare di migliorare la qualità di vita per le persone anziane: abbiamo 450 over 65, over 75 sono 340. Dobbiamo andare incontro alla fragilità di queste fascia di popolazione».

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