Il Fai apre le porte dell'Amideria Chiozza, visite gratuite a Gorizia

Il Fai apre le porte dell'Amideria Chiozza, visite gratuite a Gorizia

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Il Fai apre le porte dell'Amideria Chiozza, visite gratuite a Gorizia

Di Redazione • Pubblicato il 26 Mar 2022
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I tour nell'ex fabbrica nata nel 1865, Erpac apre le porte della Pinacoteca con un ritratto speciale.

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Le Giornate Fai di primavera ritornano oggi e domani con diversi siti aperti per l'occasione. Nell'area del Goriziano, l'unico aperto sarà quello dell'Amideria Chiozza (dalle 10 alle 17), nata nel 1865 lungo la roggia La Fredda sui resti di un vecchio mulino, nella località omonima a Perteole. L'area inaugurava il ciclo chimico-industriale dell'estrazione dell'amido, dapprima dal frumento, poi dal mais e a partire dal 1872 dal riso. La fabbrica nacque grazie al chimico Luigi Chiozza, che rivoluzionò nella sua tenuta modello di Scodovacca le tecniche agricole per poi coniugare l'agricoltura e l'industria in un unico filone commerciale.

Formatosi a L'ècole de chimie pratique a Parigi, aveva studiato insieme all'illustre chimico Louis Pasteur. Tra loro nacque un rapporto di amicizia e di collaborazione scientifica. Dal novembre 1869 al luglio 1870, proprio Pasteur si stabilì nelle vicinanze di Ruda recandosi quotidianamente nel laboratorio dell'amico per effettuare esperimenti e studi che lo portarono a debellare la piaga della Pebrina, malattia del baco da seta che stava rovinando l'economia in vari Paesi europei. Nel 1889 la direzione della fabbrica passò al figlio Giuseppe e poi, con capitali triestini, nel 1902, ad una nuova società: la uova Pilatura Triestina.

Con il tempo, i prodotti dell'amideria di Perteole avevano conquistato, oltre i mercati italiani, anche quelli dell'Europa centrale e di oltre Oceano. La fabbrica chiuse definitivamente i battenti nel 1986, diventando un raro esempio di archeologia industriale, sia per i metodi estrattivi utilizzati che per la sua collocazione in un'area tuttora deprivata dal punto di vista industriale. L'amideria oggi è di proprietà del Comune di Ruda e custodisce i macchinari di fine Ottocento di straordinaria importanza dal punto di vista della storia industriale, anche se il complesso si trova in stato di profondo degrado, con numerose parti crollate.

Sarà possibile visitare poi il paese di San Martino del Carso e il Museo all’aperto del Monte San Michele, con la zona monumentale grazie a due itinerari tematici interamente all’aperto. Nel primo di questi, guidati dai volontari del locale Gruppo speleologico carsico locale, si toccheranno i luoghi più significativi presenti nel piccolo paese carsico in un itinerario di circa un’ora e mezza attraverso le vie del centro abitato.

Oltre a questa perla storica, ci saranno anche diverse iniziative correlate. Sabato 26 e domenica 27 marzo, l'Erpac propone ingresso e visite guidate gratuiti alla Pinacoteca di Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia, dalle 10 alle 18. Per l’occasione, sarà esposto un ritratto realizzato da Giuseppe Tominz, di Francesco Saverio Luschin (nella foto), arcivescovo di Gorizia nel 1835 (1854-57 circa). Una storia particolare, quella dell'alto prelato: Luschin fu infatti arcivescovo di Leopoli - città oggi tristemente nota per la guerra in Ucraina - per qualche mese prima. Dopo le sue richieste di trasferimento, divenne arcivescovo metropolita di Gorizia.

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