Tre artisti dialogano con i più fragili, la mostra sul confine di Gorizia

Tre artisti dialogano con i più fragili, la mostra sul confine di Gorizia

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Tre artisti dialogano con i più fragili, la mostra sul confine di Gorizia

Di Lisa Duso • Pubblicato il 18 Mar 2023
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Aperti gli spazi presso l'ex valico del San Gabriele, artisti a contatto con le realtà fragili per dialogare con loro.

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“Il tema di quest’anno è la marginalità, intesa come uno spazio di innovazione e fermentazione che può dare la possibilità alle persone di fare cosa inaspettate” le parole della vicepresidente di Etrarte Elena Tammaro, durante l’incontro finale di Co.So! Artisti per il sociale. Un progetto artistico finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, a cura della stessa Tammaro e Rachele D’Osualdo dell’associazione culturale udinese Etrarte: un'idea volta a creare spazi di inclusione all’interno di piccole comunità, sensibilizzando rispetto ai temi della salute mentale.

Spazio anche all’inclusività e al benessere sociale, perseguendo l’innesco di cambiamenti attraverso l’arte. “Etrarte lavora portando artisti all’interno di comunità fragili, ma vuole poi espandersi al territorio che ospita questi spazi”, le parole della vicepresidente, che ha sottolineato l’importanza del territorio e dello stesso spazio transfrontaliero di Carinarnica, sul valico del San Gabriele tra Gorizia e Nova Gorica. È infatti sul confine che sono state presentate le co-creazioni esito dei laboratori realizzati dagli artisti - Francesco Zanatta, Carolina Pozzi e Michele Tajariol - durante le residenze nelle comunità ospitanti di questa edizione.

A presenziare anche Miha Kosovel, membro di Carinarnica, che è intervenuto spiegando che tale spazio “non vuole essere solo un margine ma un luogo di congiunzione, ed è per questo che l’associazione è felice di ospitare progetti come Etrarte”. Il tutto si sviluppa attraverso una serie di incontri, in tre residenze d’artista e laboratori che coinvolgono una fitta rete di professionisti della cultura, artisti, strutture del territorio, studenti e comunità locali. “Non creiamo un progetto statico, ma un lavoro che nasce per entrare in crisi, in mille pezzi –come dice l’opera di Michele Tajariol– e poi ricostruirsi” ha spiegato Tammaro.

"Una fluidità che insegna a noi operatori e a tutti gli allievi a relazionarsi in modalità diverse non solo nel dipingere ma anche ad affrontare questioni personali”. L’inaugurazione è stata preceduta da un incontro di divulgazione all’Xcenter di Nova Gorica, centro sperimentale che promuove l’incontro tra creatività, innovazione, imprenditorialità, arte e formazione, dove è intervenuta Tea Taramino, presidente dell’associazione culturale Forme in bilico.

“Il nostro obiettivo è creare spazi di espressione per artisti outsider, che operano fuori dal sistema, per chi non si rende conto del suo talento e per chi non può perseguirlo per questioni economiche” ancora la vicepresidente.

Il doppio appuntamento a Gorizia è parte di una progettualità pluriennale coerente con le politiche del territorio, il quale converge verso gli obiettivi di GO! 2025, coinvolgendo strutture e operatori culturali e sociali italiani e sloveni attraverso attività artistiche che generano ricadute in termini di inclusione e coesione. L’allestimento della mostra, a cura di Altreforme di Udine, ha incluso i video realizzati da Claudio Cescutti, che ha raccolto immagini, gesti e parole degli artisti e dei partecipanti al workshop.

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