èStoria 2025 si chiude con 35mila presenze, è record: la prossima edizione sarà a tema ‘Religioni’

èStoria 2025 si chiude con 35mila presenze, è record: la prossima edizione sarà a tema ‘Religioni’

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èStoria 2025 si chiude con 35mila presenze, è record: la prossima edizione sarà a tema ‘Religioni’

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 02 Giu 2025
Copertina per èStoria 2025 si chiude con 35mila presenze, è record: la prossima edizione sarà a tema ‘Religioni’

Il XXI festival di Gorizia ha accolto 600 ospiti italiani e internazionali per un totale di 300 eventi. Il direttore Ossola, «il tema del prossimo anno è una grande sfida che tocca corde profonde».

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Un festival in cui la Storia simboleggi il filo conduttore, che via via si ramifica nelle sue molteplici declinazioni spaziando dalla filologia alla geopolitica, dalla letteratura alla scienza. In una parola, un contenitore di idee e di forze che possano indicare un cammino possibile verso il futuro alla luce delle civiltà del passato. Tutto questo e infinitamente altro è il festival èStoria, ideato oltre vent’anni fa dal presidente dell’associazione Adriano Ossola e conclusosi ieri 1 giugno con le cifre record di oltre 35mila presenze. Un’edizione speciale, che per le celebrazioni della Capitale europea 2025 ha visto moltiplicarsi gli eventi svolgendosi anche nella gemella Nova Gorica, e inaugurato alla presenza del Ministro della Cultura Alessandro Giuli.

«L’idea è nata ventun anni fa – precisa – sulla scorta di un’onda culturale che si stava diffondendo in Italia, quando iniziavano a essere presenti i grandi festival. Eravamo agli inizi di quell’ondata, e io non ho fatto altro che adattare quella tendenza al nostro territorio». Una rassegna giunta alla sua XXI edizione con 300 eventi spalmati nel cuore del capoluogo isontino e fra le strade della sorella slovena, che ha accolto 600 ospiti nazionali e internazionali ed è stata anticipata dal parallelo èStoria Film Festival. Il cui ricco programma ha chiuso i battenti nella serata di ieri con il lungometraggio “Alice nella città” (1974) di Wim Wenders e ha visto la consegna – nella serata di martedì - del premio cinematografico a Lina Langebek Knudsen, sceneggiatrice di “The girl with the needle” in concorso a Cannes lo scorso anno. «La costola è ancora giovane, rispetto al resto del festival – ribadisce – per cui non ha lo stesso seguito. Anche se i giorni a venire sono stati maggiormente seguiti rispetto a quelli precedenti. Pian piano crescerà anche quella parte. Nel momento in cui verrà percepita come maggiormente popolare rispetto all’attuale ambito di diffusione, si comprenderà come facesse parte di un progetto complessivo coerente in tutte le sue parti. Bisogna vederla in prospettiva», ribadisce.

Una tradizione che a Gorizia affonda le sue radici nel fervore delle attività svolte dal Palazzo del Cinema, dove durante la mattinata si sono proposti anche film d’animazione per i ragazzi, come “La città incantata” (2001) del grande Hayao Miyazaki. Molte le scolaresche provenienti da fuori regione, che hanno scelto di seguire la kermesse per più giornate. Un festival corale che coinvolge anche gli studenti sul fronte dei Percorsi per competenze trasversali e per l’orientamento, e che oltre a richiamare interesse nella cittadinanza colloca la Regione sotto i riflettori internazionali, apportando crescita e benessere. È questo, il complesso ingranaggio che Ossola ha saputo allestire, realizzato anche grazie alle connessioni rinsaldate nel tempo nell’universo dell’editoria. «I meccanismi sono rodati, basta avere poche idee chiare per volare basso», sottolinea. Svariate le metropoli toccate nel festival incentrato sul tema “Città”, inaugurato simbolicamente dalla costola cinematografica con “Metropolis” (1927) di Fritz Lang e accompagnato da Zerorchestra. Le cui presenze sono subito schizzate in alto, facendo inaspettatamente registrare il tutto esaurito nella serata del 26 maggio. Grande partecipazione anche per la cerimonia di premiazione di Aldo Cazzullo al teatro Verdi, che ha voluto ringraziare Gorizia e ricordare la forza delle donne friulane.

«Quello pensato per èStoria è un premio assegnato a un divulgatore – spiega - che non sia necessariamente un grande storico. E la figura di Cazzullo è proprio tale, in quanto non ha mai scritto un libro di mera storia, però ha la passione per gli argomenti storici e ha il merito di avvicinare il grande pubblico a questa materia». Numerosi gli ospiti di elevata caratura e di grande portata le tematiche, che hanno spaziato dalle infiltrazioni camorristiche e ‘ndranghetiste – affrontate da Nicola Gratteri insieme a don Maurizio Patriciello – ai cambiamenti climatici e alle strategie per contrastarli – con Ben Wilson e Luca Mercalli – fino all’attualità tragica di Gaza – con Gad Lerner, Lorenzo Cremonesi e il contestato Benny Morris, interrotto durante la conferenza da alcuni manifestanti. Nessuna anticipazione sugli ospiti del prossimo anno, con una XXII edizione che verterà sul delicato tema delle “Religioni”.

«Le presenze sono aumentate rispetto allo scorso anno – conclude – anche grazie al grande numero di eventi che hanno catturato l’attenzione di chi ama la storia locale cui abbiamo dato grande spazio, insieme ai temi che ruotano intorno a grandi città del passato e del presente. Siamo sempre più felici anche per i nostri profili social: sono più di un milione gli account raggiunti in una settimana e il tasso di interazione è ancora in crescita rispetto al 2024. Per l’anno prossimo ci aspetta una grande sfida». Una ventata di freschezza ormai indissolubile dallo spirito di rinnovamento che abbraccia la città, premessa di un’apertura culturale che possa estendersi soprattutto alle nuove generazioni. 

Foto Paolo Mileta.

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