Espulso da Mosca, il funzionario Ue di Monfalcone cacciato da Putin

Espulso insieme a 17 altri funzionari, Bruxelles condanna la decisione: «Deplorevole».

C'è anche Nicolò Gasparini, diplomatico natio di Monfalcone, tra i dipendenti della delegazione dell'Unione europea espulsa il 15 aprile da Mosca. Ieri, il 46enne - figlio dell'ex direttore dell'Isig Alberto Gasparini - è tornato a casa, come riporta Rai Regione. Laureatosi in Scienze internazionali e diplomatiche di Gorizia nel 2000, ha proseguito gli studi alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, terminando gli studi nel 2005.

In Russia vestiva il ruolo di vicecapo della sezione Stampa e Informazione della rappresentanza di Bruxelles, incarico che ricopriva dal settembre 2019. Lui, così come gli altri 18 membri del gruppo, è stato definito "persona non gradita" dal Cremlino, costringendo il corregionale a tornare in Italia, dopo l'ulteriore peggioramento dei rapporti tra la Russia e l'Unione europea, nonostante l'incontro di questi giorni tra Vladimir Putin e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

"In risposta alle azioni ostili dell'Unione Europea, 18 dipendenti della delegazione Ue in Russia sono stati dichiarati 'persona non grata' e dovranno lasciare il territorio della Federazione Russa nel prossimo futuro" riporta un comunicato moscovita, riportato dall'Ansa. "Deplorevole" la risposta di Bruxelles, sottolineando come questa azione violi la Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati, in vigore dal 1980.

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